L'Aquila: nati trenta bambini dall'inizio dell'epidemia all'ospedale San Salvatore

L'Aquila: nati trenta bambini dall'inizio dell'epidemia all'ospedale San Salvatore
di Marianna Galeota
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Lunedì 30 Marzo 2020, 11:50
L'AQUILA - La vita non si ferma neppure di fronte all’epidemia, alla morte e alla paura. Sono trenta, infatti, i bambini nati nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale San Salvatore dall’inizio dell’emergenza covid-19. A causa del rischio contagio, alle gestanti non è più consentito avere mariti e compagni al proprio fianco durante il travaglio e al momento del parto, e così le ostetriche diventano una “grande famiglia”, una rete di sostegno per le donne che si trovano ad affrontare il momento più bello, ma anche il più duro della loro vita, nel bel mezzo di un’epidemia.

Al reparto di Ostetricia e Ginecologia, diretto dal professor Leonardo Di Stefano, è stata attivata una task force “covid-unit” dedicata alla gestione dei casi accertati o sospetti di covid-19 formata dallo stesso Di Stefano, dalla dottoressa Sandrina Moro, dai tre medici specializzandi Achille De Dominicis, Rachele Tittone e Gilda Mazzone e dalle ostetriche Daniela Evangelista, Fabiola Fiocchetta, Serena Sbroglia, Laura Bucci. In reparto è stato inoltre attivato un percorso assistenziale della donna in gravidanza e del neonato per la prevenzione e il contenimento del contagio covid-19. «La task force è stata pensata in turni di 12 ore per dare la possibilità del cambio, dello smonto notte e del riposo – afferma Di Stefano – Stiamo lavorando molto e rappresentiamo l’unico centro afferente per quanto riguarda la donna gravida e il neonato. La neonatologia è invece demandata alla dottoressa di Fabio, persona altamente professionale».

Nei giorni scorsi Di Stefano ha effettuato inoltre il primo cesareo all’interno del “covid hospital” nella struttura del G8. «Si trattava di una donna, sospetta paziente covid poi per fortuna risultata negativa – spiega - Ci stiamo dando molto da fare, anche se servirebbero forze in più che è difficile reperire in quanto la Asl non tiene conto di alcuni decreti validi a livello nazionale circa l’assunzione di specializzandi del 4° e 5° anno. Pur non essendo strutturati, li ho introdotti nella “covid unit”, con la speranza che questi ragazzi, persone altamente professionali, possano essere inseriti nella forza lavoro del reparto che dirigo». Intanto continua serrato il lavoro all’interno del reparto con le ostetriche e tutto il personale, impegnati a dare il massimo per accompagnare le donne nel difficile percorso del parto e dei giorni successivi alla nascita. «Nel reparto non si fanno più visite per limitare il rischio contagio. La visita è consentita solo subito dopo la nascita, utilizzando i presidi di protezione – aggiunge - Ostetriche e personale paramedico sono molto più presenti del passato, quando si dava la possibilità dell’assistenza. Non hanno solo il dovere di espletare l’aspetto terapeutico, ma soprattutto quello psicologico e umano». «Vorrei ringraziare infine Umberto Bologna e Orazio Totani che hanno donato al reparto pompe siringhe e carrelli per il trasporto delle cartelle», conclude.
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