L'Aquila: malte dei cantieri nelle fogne, danni ai sottoservizi

I tubi ostruiti
di Marianna Galeota
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Martedì 13 Marzo 2018, 17:03

E’ stata informata la Procura della Repubblica del caso dello sversamento delle malte nelle condotte fognarie di Corso Vittorio Emanuele sulle quali si sono concentrate anche le indagini dei vigili urbani. Per ripristinare le fogne interverrà ora la Gran Sasso Acqua, stazione appaltante dei sottoservizi, tramite le squadre di Asse Centrale Scarl che lavoreranno circa 10 giorni all’interno del tunnel per sostituire le tubature intasate e igienizzare il tratto compreso tra piazza Regina Margherita e Quattro Cantoni. 

«Le fogne sono state ostruite dalle acque sporche dei cantieri della ricostruzione riversate nelle fogne – afferma Fabrizio Ajraldi, presidente della Gsa, stazione appaltante dell’opera dei sottoservizi,– Tutto questo, oltre a essere ostativo ai collaudi dell’opera, genera gravissimi danni e spese a carico di tutti i cittadini. Purtroppo a oggi non sappiamo quanto sia diffuso questo fenomeno che si sta svelando man mano, considerando inoltre che si sta ricostruendo un intero centro storico. Sono necessari controlli a tappeto su tutti i cantieri in corso e controlli nella fase di pre cantierizzazione per quelli che dovranno ancora venire. Se cittadini e commercianti, inoltre, dovessero vedere qualcosa, li invito a segnalare anche con documentazioni video, laddove possibile». 
 

 

Ajraldi precisa inoltre come per i cantieri ci sia l’obbligo per legge di «assicurare e garantire lo smaltimento dei reflui per legge, disponendo di vasche di lavaggio dove l’acqua sedimenta, consentendo di isolare i materiali per poterli poi smaltire. Basterebbe individuare un paio di zone in città dove collocare le vasche». «Bisognava accertarsi a monte che ogni cantiere fosse in regola con lo smaltimento delle acque di lavaggio – sottolinea Ajraldi – Ora non è sempre facile individuare i responsabili. Si dovrebbe andare a verificare dove vengono confluiscono i reflui e tutti i registri».  Ad ostruire le condotte spesso sono anche i cumuli di materiali dei cantieri che con la pioggia vanno a confluire nelle condotte, come spiega Antonio Tramontano direttore. «Se si continua così vorrà dire che avremo fatto un’opera inutile – spiega – Nel caso del Corso interverremo entrando nel tunnel e sostituendo i tubi. Quando invece si presentano le polifore, come in via Camponeschi, siamo costretti a scavare con nuovi costi e nuovi disagi». 

​Il caso di Corso Vittorio Emanuele è solo l’ultimo in ordine di tempo, insieme a via Celestino V. La stessa sorte nei mesi scorsi è toccata infatti anche a via XX Settembre e all’incrocio tra via Camponeschi e via Sallustio. «Oggi siamo in ballo e di fronte a un problema sporadico si trova la soluzione. Mi chiedo però cosa accadrà in futuro, quando buona parte delle opere che oggi sono quasi completamente integre e collaudabili saranno interessate dalla vicinanza dei cantieri della ricostruzione.
Nel tempo l’evoluzione di questo fenomeno è indeterminabile e, in maniera diffusa su 17 chilometri, può mettere in ginocchio l’intera organizzazione».

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