L’Aquila, la ricostruzione nei dati di Crimi: la pubblica tentenna, ritardi nel cratere e nelle frazioni

L’Aquila, la ricostruzione nei dati di Crimi: la pubblica tentenna, ritardi nel cratere e nelle frazioni
di Daniela Rosone
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Giovedì 14 Marzo 2019, 09:55 - Ultimo aggiornamento: 10:00
L’AQUILA - Una fotografia sulla ricostruzione a più livelli dell’Aquila e dei Comuni del cratere quella scattata dal sottosegretario alla ricostruzione Vito Crimi, impegnato in un’audizione alla commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera. Ne emerge un quadro tutto sommato rassicurante su L’Aquila ma Crimi ha evidenziato anche che esiste una difficoltà reale per la finalizzazione degli interventi per la ricostruzione pubblica, che le frazioni sono più in affanno fornendo i dati in questo caso sulla ricostruzione privata e ha anche affermato che va trovato un utilizzo per il patrimonio immobiliare del Comune che comprende i Progetti Case e altri alloggi. << Manca solo l’ultimo miglio - ha commentato Crimi nello snocciolare tutti i dati - ma si è in fase avanzata di ricostruzione relativamente al sisma del 2009 >>. Il sottosegretario è partito dai dati sul personale impiegato nell’Usra: 74 unità suddivise in varie tipologie di contratti tra tempo determinato, tempo indeterminato e altro. << Avendo gli uffici una eterogeneità di personale a disposizione, uno degli elementi di criticità è la difficoltà a gestire soggetti con funzioni diverse >>. Crimi ha anche fatto il raffronto sulla popolazione assistita. Dopo il sisma 67 mila persone, oggi sui 4 mila nuclei che ancora godono di una forma di assistenza. Per la ricostruzione privata nel Comune dell’Aquila, ha evidenziato Crimi, questa si attesta al 73% con quasi 25 mila pratiche istruite. Circa 1600 le pratiche ancora pendenti. Nel centro storico, invece, la ricostruzione privata si attesta attorno al 74% con 2 miliardi concessi. In periferia, ha fatto notare il sottosegretario, diminuisce il tasso di intervento effettivo che va al 55%. Le aree che hanno sofferto di un intervento non tempestivo, per Crimi, sono le frazioni con la ricostruzione privata al 21%. Per la ricostruzione pubblica in generale Crimi ha parlato di 2 miliardi e 100 di importo finanziato. Analizzando la situazione si evince che la ricostruzione pubblica come lui stesso ha evidenziato va ad un’altra velocità e a suo giudizio esiste una difficoltà, come si diceva, a finalizzare gli interventi. L’obiettivo sarà pure avviare un tavolo di gestione per capire l’utilizzo da fare dei Progetti Case e degli alloggi disponibili, circa 600, lasciati dalle famiglie in cambio dei contributi per immobili equivalenti. Nei Comuni del cratere, ha sottolineato, la criticità si è avuta con la soppressione degli Utr. Il personale è stato trasferito ai Comuni sotto la direzione del titolare dell’Ufficio Speciale. << Oggi serve un chiarimento su questa dicotomia - ha detto - affinché il personale sia messo a disposizione dell’Ufficio >>. Nel cratere, guardando i dati, c’è una situazione di ritardo e per Crimi è imputabile ad una scarsa capacità di spesa. Servono misure che sono in corso di attuazione e una delle proposte è l’istituzione di un comitato di sorveglianza per capire le esigenze e lo stato di avanzamento. Sul sisma del centro Italia per il sottosegretario sono stati sbagliati sia il modello che la governance. La ricostruzione pubblica, ha evidenziato, è ferma e c’è un decreto in corso di definizione per superare lo stallo. Anche per il doppio cratere ( e ci sono vari esempi nell’aquilano) per lui si doveva intervenire prima e differenziare gli interventi. Una revisione delle procedure però oggi comporterebbe ulteriori ritardi.
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