L’Aquila, la fiction girata in città delude: impietoso il giudizio degli aquilani

L’Aquila, la fiction girata in città delude: impietoso il giudizio degli aquilani
di Daniela Rosone
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Mercoledì 17 Aprile 2019, 20:20
L’AQUILA - “L’Aquila Grandi Speranze”. La “prima” però è stata accompagnata da grandi polemiche sui social. La fiction in sei puntate del regista Marco Risi ambientata all’Aquila dopo un anno dal terremoto è stata bocciata dalla maggior parte degli aquilani. Ne è emerso un dibattito vivace, a tratti anche molto ironico e scherzoso in pieno stile aquilano, che ha scatenato il web immediatamente. Alcuni hanno mandato mail di rimostranze alla Rai che ha messo in onda in prima serata la prima puntata e che proseguirà martedì prossimo. Ma non solo, qualcuno si è spinto pure a chiedere al sindaco di bloccare la messa in onda come se un primo cittadino dovesse intervenire pure su queste questioni. Qualcuno lo ha pure scritto, rispondendo. È come se il sindaco di Napoli dovesse in sostanza arrabbiarsi o protestare per tutti i film che si fanno sul mondo partenopeo. Detto questo, a grandi linee, il giudizio degli aquilani è stato impietoso sia dal punto di vista tecnico che della rappresentazione. Soprattutto le levate di scudi ci sono state per il ruolo attribuito ai ragazzi (divisi in due bande rivali) che si litigano il centro distrutto facendo razzia nelle case disabitate quasi fossero sciacalli. In molti si sono indignati per questo. Alcuni hanno apprezzato la storia dei genitori che non ritrovano più la figlia scomparsa nella notte del terremoto in Piazza Duomo attribuendogli il dolore del lutto ma che vivono con la speranza di ritrovarla un giorno come pure il ruolo del fratello maggiore che comincia a cercarne le tracce. Molto criticata anche la rappresentazione da parte di chi quel movimento lo animó del popolo delle carriole, troppo banalizzato per alcuni. Una minima parte di aquilani l’ha trovata tutto sommato buona ribadendo che si tratta pur sempre di una fiction, di una finzione che non aveva la pretesa di raccontare la verità o il dramma degli aquilani. Dal punto di vista degli ascolti, forse pure per curiosità, la serata è andata bene e la Rai ha incassato il 13% di share con oltre 3 milioni di telespettatori. Anche la politica ha voluto dire la sua. L’onorevole del Pd Stefania Pezzopane ha parlato di “grandi bugie”. << Non c’erano e non ci sono bambini incattiviti - ha detto - organizzati in bande a scorrazzare nel centro storico. I nostri figli allora erano lontani sulla costa o nelle tendopoli a provare a superare la paura ed a ricostruire vita e serenità. Noi non parliamo dialetti sbilenchi, che non siano l’aquilano. Non ci piace il terremoto, e nemmeno chi usa L’Aquila e quella tragedia come un set per raccontare una banale e bruttina vicenda. Ricordatevi sempre tutti, che qui sono morti 309 innocenti >>. Anche il presidente del consiglio comunale Roberto Tinari è stato molto critico. << La fiction - tuona - rappresenta un danno d’immagine per la città dell’Aquila che vive un momento molto profondo e significativo di commemorazione delle sue vittime a dieci anni dal terremoto. Intendo adottare e valutare tutte le azioni possibili, anche quelle giudiziarie, se necessario, contro una rappresentazione irreale e offensiva della città >>. 
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