L'Aquila, la madre morì in un incidente: condannato il frate alla guida

L'Aquila, la madre morì in un incidente: condannato il frate alla guida
di Marcello Ianni
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Lunedì 6 Giugno 2022, 09:19

«Ho fatto di tutto per evitare la morte di mia madre». Provato e con addosso il saio, padre Luciano Cinelli di 56 anni dell'Aquila, frate domenicano, si è rivolto così al giudice Marco Billi dell'Aquila prima che si discutesse (con il rito abbreviato) della sua posizione che lo ha visto indagato per omicidio stradale per la morte di sua madre a causa di un singolare incidente stradale. Udienza che si è conclusa con la condanna del sacerdote alla pena di un anno e 4 mesi di reclusione; il pm in aula, Marco Maria Cellini aveva chiesto la condanna a 1 anno e 1 mese di reclusione.

Il sacerdote, sua madre Maria Risitti di 84 anni di Cassano Irpino ma residente a Roma e sua sorella Angela di 50 anni anche lei aquilana, il 30 agosto del 2019 erano diretti alla Basilica di Collemaggio per l'apertura della Porta Santa, ma una manovra errata del sacerdote li aveva fatti piombare all'interno di un giardino di un condominio, dopo un volo di 20 metri circa. Un impatto che aveva causato la morte della mamma di due fratelli.
Il singolare e grave incidente stradale si era verificato in via Penne, una delle diramazioni di via Strinella.

Subito estratta dai vigili del fuoco e dagli agenti della Volante, l'anziana era morta dopo poco il ricovero al Pronto soccorso. Meno gravi le condizioni di salute dei due figli della donna.

Secondo quanto accertato dagli agenti della polizia stradale la Nissan Micra, (dotata di cambio automatico) dopo aver divelto un cancello, era precipitata, abbattendo un piccolo muro di contenimento, per poi cappottarsi più volte prima di terminare la corsa. Nel corso delle indagini era stato inizialmente indagato anche Luigi Cinelli di 88 anni (papà del sacerdote, oggi deceduto) nella veste di amministratore del condominio, il quale secondo l'accusa, avrebbe violato una precisa prescrizione sulle protezioni da auto in ambienti condominiali. Nello specifico la ringhiera presente nel piazzale antistante il condominio al momento dell'incidente era sufficiente a garantire la protezione dei solo pedoni e non l'urto di una macchina come nel caso di specie avvenuto ad una velocità stimata di 12 km/h.

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