L'Aquila, incendio nella Cattedrale: in fiamme l'ex sagrestia

L'Aquila, incendio nella Cattedrale: in fiamme l'ex sagrestia
di Marcello Ianni
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Giovedì 21 Ottobre 2021, 08:41

L'intervento di due squadre di vigili del fuoco in piazza Duomo ieri mattina per un incendio ha rotto la tranquillità dell'Aquila: a prendere fuoco alle 7,30 circa, l'interno dell'ex sagrestia della Cattedrale dove sono in corso di ultimazione i lavori del vecchia sala del coro. Ad avvertire i vigili del fuoco a quanto pare gli stessi operai al momento di iniziare il lavoro, richiamati dalla quantità di fumo uscire da una delle finestre sul lato che si affaccia su via Roio. Sul posto sono immediatamente arrivate due squadre di vigili del fuoco, che sono dovuti entrare dalla finestra del cortile, unico punto di  accesso possibile.

Si tratta dell'aggregato Sant'Emidio su Piazza Duomo, che ruota intorno alla Cattedrale di San Massimo: area di 15mila mq che comprende Palazzo Arduini e De Nardis, il palazzo arcivescovile, la sagrestia, la casa canonica, l'area museo, l'ex seminario e l'Episcopio. Per avere ragione sull'incendio i vigili del fuoco hanno dovuto lavorare un bel po', riuscendo a salvare gran parte del coro ligneo che ruota a 360 gradi nella stanza che si trova al primo piano dell'edificio.

Sul posto dopo poco tempo sono arrivati anche i carabinieri della Compagnia (diretti dal capitano Michele Massaro) e quelli del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (Tpc) sempre dell'Arma (che in città hanno una sede che opera sulle regioni di Abruzzo e Molise) diretti dal capitano Manuel Curreri, insieme a personale della Soprintendenza.

La zona interessata dall'incendio è stata subito posta sotto sequestro dagli investigatori, su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica, Marco Maria Cellini. Si indaga contro ignoti per incendio. Sembra che ad innescare il rogo, un corto circuito di un aspiratore lasciato attaccato alla presa della corrente. Al momento dell'incendio (che ha portato come conseguenza la rottura dello stesso attrezzo elettrico) non vi era nessuno nel cantiere. Ora tocca al magistrato valutare se nel caso specifico possa esserci stato comunque un comportamento colposo da parte di qualcuno. 

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