L’equivoco potrebbe basarsi sul fatto che il Comune avrebbe autorizzato secondo le norme degli enti locali mentre per il Codice Urbani la Soprintendenza avrebbe 120 giorni per dare il suo ok o il suo diniego. Codice che vincola la Piazza. Il Suap è arrivato a questa decisione dopo un riesame degli atti. Resta da capire ora come si muoveranno i proprietari che in questa vicenda avevano iniziato comunque dei lavori spendendo anche una cifra importante. La vicenda del dehors lascia strascichi in città tra i favorevoli e i contrari che hanno continuato a commentare. I più non sono contro la struttura ma contro l’estetica. Altri sostengono che era giusto creare qualcosa a servizio dei turisti.
Come se ne uscirà non è dato saperlo, per ora, ma questa storia rimette in ballo un po’ tutta la situazione della piazza dove ci sono anche le famose casette di legno. C’è un provvedimento del Comune in questo senso, pronto ma non ancora inviato, che intima ai proprietari di lasciarle entro trenta giorni dal ricevimento. Tutti sanno che arriveranno queste missive e il malumore anche tra i commercianti, sono prevalentemente artigiani e venditori di gadget, è notevole anche perché una delle idee emerse per spostarli, ovvero Piazza d’Armi, sembra non piacere. Questo perché il servizio reso dagli operatori delle casette è prevalentemente per i turisti e altrove non avrebbe senso. I commercianti auspicano che si possa trovare una posizione che metta d’accordo tutti ma che non li sposti dal centro storico trattandosi di artigianato locale. La storia risale al dopo sisma con l’amministrazione Cialente, casette posizione per riportare un po’ di vita in centro. Questa era l’idea. Furono i commercianti ad acquistare le strutture da una ditta pagando il suolo pubblico. La Cna si occupó solo di sostenere l’iniziativa che mirava a riportare qualche attività, così come fu per quelle della Villa.
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