L’Aquila, dalla terra una lezione di solidarietà: Alessandro e i cibi di una volta

L’Aquila, dalla terra una lezione di solidarietà: Alessandro e i cibi di una volta
di Daniela Rosone
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Venerdì 3 Aprile 2020, 10:52
L’AQUILA - Come vivono gli agricoltori questo momento di emergenza? Lo racconta Alessandro Novelli, giovane agricoltore aquilano che con la sua famiglia a Colle Verrico, piccolissima frazione di Montereale, gestisce da vent'anni un'azienda agricola biologica e un agriturismo.

L'azienda fu rifondata come allevamento di vacche da latte nel 1976 dal papà e dalla mamma di Alessandro. Partendo dal presupposto che l'agricoltura in Italia era malconcia anche da prima, da lui più che una lamentela arriva una "cura" che parla anche di amore per il territorio e solidarietà. Una sfida, quella di oggi, che Novelli definisce ancor più difficile di quelle affrontate dopo i terremoti del 2009 e del 2016.

"Nulla deve darsi per scontato - dice - men che meno il cibo. Quelle che sembravano attività scontate, oggi stiamo scoprendo che non lo sono. Il settore agricolo da sempre misura la capacità di sopravvivenza di un popolo ed è uno dei comparti strategici ai quali la nazione non dovrebbe rinunciare. Io voglio suggerire come strada di speranza l'esperienza che vivo da tre anni con il terremoto di Amatrice. Io ed altri agricoltori distribuiti su 7 Comuni abbiamo deciso di associarci in forma di rete condividendo risorse e proprietà".

Un gruppo di produttori solidali che anche in questa fase sta affrontando i problemi con responsabilità mettendo a disposizione una parte delle loro risorse in modo gratuito per il beneficio collettivo. Un progetto di commercio di prossimità, sviluppato su piccole imprese che si occupano della distribuzione nelle aree urbane usando mezzi a impatto zero e rispettando la dignità del lavoratore.

Si porta ciò che si produce nelle case delle persone in un momento in cui i più non possono uscire. Una economia umanistica per Novelli che può far riscoprire però il vero volto dell'economia abruzzese con l'auspicio che sia di esempio per una vera rivoluzione economica. Novelli riflette sullo stato di salute dell'agricoltura abruzzese. Per lui le apparenti differenze tra le produzioni delle diverse zone del territorio si riverberano anche nelle scelte promozionali della Regione e nella distribuzione delle risorse.

L'agricoltura ha dovuto attraversare attacchi e calamità, controversie politiche e movimenti culturali. Il problema delle quote latte, l'epidemia da prione la cosiddetta mucca pazza e la nascita dei gruppi di acquisto solidale, l'influenza aviaria, la febbre degli ovini o lingua blu con vari scontri tra comunità scientifica e mondo dell'agricoltura sulla questione dei vaccini, la peste suina fino ad arrivare al Covid 19.

Il consumatore, ricorda Novelli, viene disorientato in mezzo a offerte di prodotti esteri di dubbia qualità e provenienza. I piccoli allevatori non vengono tutelati e hanno dei costi altissimi, basti pensare al carburante. Anche la Green economy per lui ha prodotto speculazioni. Fatto sta che la vera agricoltura è allo stremo e nell'aquilano è fatta di circa 2000 partite iva, centinaia di piccole aziende che solo dalla terra traggono il proprio reddito. Anche il sistema contributivo è uguale per tutti. 


Ma ci sono gli agricoltori resilienti che come i farmacisti e i medici, combattono in prima linea e in silenzio a fianco della popolazione. 
Il consumatore ha un ruolo importante e deve acquisire un rapporto sano con il cibo facendo anche spesa di gruppo organizzata anche solo tra parenti e amici e occupandosi della reciproca distribuzione che alza la qualità del cibo, fa risparmiare e costruisce una comunità di relazione e filiera. 
 
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