L'Aquila: Collemaggio, 700 mila euro per recuperare i tesori della basilica

La basilica di Collemaggio
di Marianna Galeota
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Sabato 2 Giugno 2018, 17:29
L'AQUILA - Saranno necessari circa 700 mila euro per il restauro delle opere d’arte che si trovavano all’interno della Basilica di Collemaggio, tornata al suo splendore grazie alla donazione di Eni che ne ha consentito la ricostruzione. Opere preziose che attendono di essere ricollocate all’interno della Basilica e che ne raccontano la storia, come la Madonna in terracotta di Saturnino Gatti che oggi si trova, in attesa di restauro, in esposizione al museo nazionale d'Abruzzo Munda.

«La Madonna, che è un capolavoro assoluto, fu restaurata prima del sisma in loco. L’intervento fu fatto in loco, volendo evitarne la movimentazione. Si tratta infatti di un blocco unico in terracotta che ha richiesto tutte le accortezze del caso – spiega la storica dell’arte della Soprintendenza Biancamaria Colasacco – Dopo il sisma è stata rimossa e quindi ha subito qualche danno. E’ intervenuto a quel punto direttamente l’Istituto superiore del restauro per alcuni aggiustamenti necessari per poterla movimentare. Ora è chiaro che va rivisto tutto e va nuovamente restaurata, ma sono del parere che la statua della Madonna deve tornare nella sua sede, perché tutto grida affinché la stia qui».

Nei mesi scorsi, prima della conclusione del cantiere di ricostruzione, l’amministrazione ha tentato, come precisa lo stesso sindaco Pierluigi Biondi, di far rientrare i 700 mila euro necessari per i restauri all’interno del quadro economico dei lavori della chiesa «ma questo non è stato possibile. Già la scorsa estate con la soprintendente Vittorini abbiamo quantificato le somme necessarie. Stiamo ora cercando di farle inserire all’interno della programmazione ex Cipe 48 nel settore beni culturali».

Intanto nei giorni scorsi è rientrata in Basilica la prima opera dopo il sisma, un dipinto dei primi del ‘700 raffigurante San Pietro Celestino in veste papale. Il dipinto è stato ricollocato nell’anticamera della cappella dell’Abate. «Un rientro inaspettato che precede i rientri che avevamo programmato, con un percorso impegnativo d’accordo anche con il Comune per tutte le opere che non avendo copertura economica, sono ancora in attesa del reperimento di fondi con il Cipe – afferma la Soprintendente Alessandra Vittorini - A questo percorso se ne affianca un secondo già in corsa, con tutte le sue complicanze amministrative, per i fondi disponibili. Ricordo che c’erano delle donazioni come quella per l’organo il cui lavoro di restauro sta per essere completato e quindi a breve sarà già prevedibile una data di riconsegna».

«Sulle altre opere ci sono tutti gli atti amministrativi che preludono agli affidamenti che stiamo monitorando molto da vicino perché avevamo preso un impegno, se le condizioni economiche ce lo consentono, di cominciare a riportare una parte delle opere entro l’anno all’interno della Basilica – aggiunge la Vittorini – Abbiamo pensato al contenitore, restaurando la Basilica, adesso dobbiamo concentrarci sul contenuto». 
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