L'Aquila, «campus studenti abusivo»
chiesto il giudizio per 5 persone

Il new campus
di Marcello Ianni
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Lunedì 14 Dicembre 2015, 23:08
L'AQUILA - Quattro locali di deposito, trasformati in altrettanti appartamenti dotati di bagno. E ancora. Locali adibiti ad autorimesse e locali pluriuso condominiale trasformati in locali uso biblioteca e sala ricreativa, con tanto di sostituzione di saracinesche con porte vetrate, oltre alla realizzazione di servizi igienici e pareti divisorie. Leggendo le carte della Procura si ha la percezione di avere a che fare con “mago” che sarebbe riuscito a trasformare un luogo tutto sommato dignitoso in un vero e proprio complesso immobiliare da 500 posti letto per studenti universitari e non. Tutto bene se non si fossero violate le leggi in materia urbanistica visto che la convenzione in questione prevedeva la realizzazione di residenze popolari e non alloggi universitari.

GLI INDAGATI - Per questo motivo cinque persone dovranno affrontare il processo fissato per il mese di giugno. Si tratta di Fabrizio Bucciolini, di Roma, legale rappresentante della Cooperativa “Edilizia Sonia 82”, con sede a Guidonia e della Cooperativa “San Cristoforo 88” con sede a Roma; Aleandro Landori di Frosinone, amministratore unico della Cooperativa “San Cristoforo 88”; Bruno Flore di Cagliari, amministratore unico della Cooperativa “Pio X” con sede a Roma; Rocco Gattulli, amministratore unico della Cooperativa “Edilizia Sonia 82” ed infine Gabriele De Simone, dell'Aquila, progettista e direttore dei lavori sui due interventi edilizi finiti sotto la lente di ingrandimento della Procura denominati “Peep 25/A” e “Peep 25/B”, in località Colle di Preturo.

84 UNITA’ ABITATIVE - L’inchiesta è relativa alla la realizzazione del “New Campus”, dove sono stati realizzati complessivamente 84 unità abitative tra appartamenti e villette arredate e munite di ogni comfort, comprese le biblioteche. In particolare le presunte irregolarità sono state riscontrate in 32 alloggi (Peep 25/A) più altri 34 (Peep 257B) di cui 12 e 16 accorpati in un edificio. Nel primo caso l'accusa sostiene che in violazione all'autorizzazione sarebbero stati realizzati una quantità minore di parcheggi ed aree verdi. Oltre a questo il pm Roberta D'Avolio evidenzia una serie di irregolarità nella trasformazione dei locali, rendendoli abitativi: in appartamenti con tanto di comfort. Locali di sgombero adibiti ad esempio a zona giorno abitativa, costituita da soggiorno, bagno, cucina con aumento di altezze e delle stesse superfici utili ammissibili: del 59,65 per cento per i manufatti in zona Peep 25/A e 39,84 per cento per la zona Peep 25/B, «configurando in entrambi i casi, un incremento del carico urbanistico del 20 per cento». Nella vicenda il Comune è parte offesa. Lo stesso ente sta ancora facendo fronte a contenziosi su alcuni espropri resi necessari per la realizzazione dei manufatti. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Francesco Carli ed Amedeo Ciuffetelli.
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