L’Aquila, gli artigiani delle casette in Piazza: vogliamo rimanere qui

L’Aquila, gli artigiani delle casette in Piazza: vogliamo rimanere qui
di Daniela Rosone
3 Minuti di Lettura
Lunedì 25 Marzo 2019, 17:49
L’AQUILA - << Le casette di legno di Piazza Duomo sono anche un servizio importante per il turismo e quindi noi vorremmo rimanere qui, visto che L’Aquila non è ancora ricostruita e che da tanti anni anche noi ci siamo presi cura del suo centro storico >>. A parlare è Marzia Pitolli, qualcuno l’ha ribattezzata il presidente della Piazza, commerciante di una delle sei casette di legno che si trovano ormai da dieci anni nella piazza cittadina. Si tratta di sei artigiani ( nelle casette si trovano gadget, macramè, oggetti di artigianato locale, bijoux) che dopo aver saputo del provvedimento del Comune che dovrebbe arrivare a breve per far rimuovere le casette di proprietà dei singoli commercianti chiedono all’ente di trovare una soluzione che possa accontentare anche loro senza decentrarli. A fine settembre ci fu la visita della Polizia Municipale per fare una sorta di censimento dei presenti, da allora non c’è stato nessun provvedimento notificato ma tutti sanno in via informale che arriverà e che come ipotesi si stava valutando la possibilità di spostarli a Piazza d’Armi ma questo snaturerebbe il loro compito, essendo la loro merce prevalentemente ad uso turistico. A questa ipotesi si oppongono fortemente, ribadisce Marzia Pitolli, che ha anche avviato una raccolta firme incassando la solidarietà di molti concittadini ed esponenti politici, come ad esempio Stefano Palumbo. Anche il segretario della Fiadel Cisal Piero Peretti ha mostrato solidarietà a questi lavoratori e li incontrerà il prossimo 27 aprile anche per conoscere approfonditamente lo stato delle cose. L’idea, se proprio non si potesse rimanere in Piazza, è di essere almeno spostati in un punto strategico, come potrebbe essere l’area del
Castello. I commercianti non ci stanno neanche a veder chiamate le loro casette “baraccopoli”. << Sappiamo bene che le casette da dieci anni al freddo o al caldo hanno bisogno di una manutenzione - spiega la Pitolli - ma prima di effettuare questi lavori volevamo almeno capire cosa ci attenderà. Anche noi ci teniamo che la Piazza e la città siano belle e decorose >>. Tra l’altro i commercianti sanno benissimo di essere in una sorta di “limbo” e anzi vorrebbero essere regolarizzati tanto è che Marzia Pitolli stessa racconta di parecchi viaggi in questi anni in Comune come sapere cosa fare per poter pagare l’occupazione di suolo pubblico. La storia delle casette risale al pre sisma quando l’amministrazione guidata dall’allora sindaco Massimo Cialente optó per questa iniziativa, sostenuta anche dalla Cna, per riportare un pó di vita nella desolazione di un centro storico completamente distrutto, così come del resto fu per le casette della Villa Comunale. In questi dieci anni i commercianti, oltre a vendere, hanno svolto un ruolo essenziale anche di informazione turistica per chi arriva a visitare la città. A molti aquilani sono ormai familiari le casette delle Piazza, come familiare è l’ex edicola che è diventata ormai da tempo un punto Unicef dove si raccolgono fondi e si danno informazioni delle loro attività. Le reazioni sul dehors, intanto, continuano. Stefano Palumbo e Fabiana Costanzi del Pd annunciano un’interrogazione. Per loro il dibattito non può riguardare il titolare della licenza che correttamente ha chiesto al Comune le autorizzazioni ma è lo stesso che deve fare chiarezza. << Se è vero - dicono - che la costruzione rispetta le indicazioni del disciplinare delle Attività produttive, è anche vero che in zona A di Prg e nelle piazze principali si sarebbe dovuti intervenire con tutte le accortezze del caso investendo del caso anche la commissione arredo urbano. Invece la pratica - concludono - non ha l’autorizzazione dell’edilizia e della Soprintendenza e ha beneficiato di fatto del silenzio-assenso sulle prescrizioni che pure si sarebbero potute muovere >>. Molto critica anche Sinistra che parla di mancanza di strategia, tutela e valorizzazione del patrimonio artistico proprio all’approssimarsi del decennale. Il circolo annuncia che sarà approfondito l’iter che ha autorizzato l’opera. << Non è questo il modo - dicono - di stimolare le attività produttive in centro, inducendo false aspettative in chi in buona fede ha investito in un progetto >>.
© RIPRODUZIONE RISERVATA