L'Aquila, l'appello delle mamme a Mattarella: «Scuole sicure»

L'Aquila, l'appello delle mamme a Mattarella: «Scuole sicure»
di Marianna Galeota
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Lunedì 16 Settembre 2019, 09:25
L'AQUILA - «La ricostruzione delle scuole è fondamentale come  effettuare verifiche di vulnerabilità negli edifici già esistenti. Oltre alla nostra associazione, ci sono altre migliaia di mamme che chiedono la ricostruzione di edifici scolastici adatti e sicuri». E’ l’appello del direttivo dell’associazione Mamme per L’Aquila al presidente della Repubblica Sergio Mattarella che il prossimo 16 settembre sarà in visita alla scuola Mariele Ventre per inaugurare dell’anno scolastico, in una città dove a 10 anni dal sisma le scuole non sono state ricostruite, sottolineano le mamme.

«Lei, carissimo presidente è venuto ad inaugurare l'anno nel decennale del terremoto e la ringraziamo - scrivono le mamme - La nostra associazione ha il dovere di tutelare i figli di tutti coloro che sono rimasti a L'Aquila. I soldi ci sono e le chiediamo accorate di procedere celermente. I nostri figli hanno diritto a vivere l'infanzia e l'adolescenza nella massima serenità e noi genitori dobbiamo essere certi di lasciarli in edifici sicuri». Le mamme vogliono metterci la faccia, raccontando a Mattarella le loro esperienze nella notte del 2009. La prima a scrivere è Valeria, mamma di Leonardo di 12 anni e di Matteo di 7. «Quella notte Leonardo aveva quasi 2 anni e la nostra casa ci ha concesso di uscirne vivi. Se fosse successo di mattina Leonardo non sarebbe più con noi perché il suo asilo nido che si trovava in centro si è sgretolato. Uno strano destino a cui sono grata perché il mio bambino era con me. Chiedo per i miei bimbi, scuole sicure di mattoni e non scuole di latta».

«Quella notte il mio piccolo Daniele aveva poco più di 2 mesi e non è stato facile uscire dalla nostra casa al buio e camminando tra i vetri rotti - afferma Tiziana, mamma di Daniele di 10 anni e di Sofia di 7 - La nostra casa ci ha protetto. E allora pensi a quanto sia fondamentale che gli edifici siano costruiti con la massima cura e secondo le norme antisismiche». «I miei due gemelli sono nati il 6 marzo 2009, un mese prima del sisma - dice Antonella, mamma di Davide, 12 anni, e di Simone di Eleonora di 10 - Quella notte siamo usciti indenni dall'abitazione e ci siamo diretti in ospedale poiché i gemelli erano ancora troppo piccoli ed avevano bisogno di cure ma il reparto era vuoto e devastato. Di quella notte ricordo il freddo, i cambi dei pannolini fatti in macchina, le corse per scaldare i biberon nel garage di casa senza luce». C’è poi Monica, mamma di Federico e Matteo, rispettivamente 8 e 7 anni, che racconta «i disagi del post sisma e l'atroce dubbio che accompagna quotidianamente le mamme per gli edifici poco sicuri». E infine Giovanna, mamma di Tommaso, 12 anni, e Vittoria di 10 che la notte del 6 aprile era incinta all’8° mese, con Tommaso di soli 17 mesi. «Con il terremoto abbiamo perso il lavoro e con molte difficoltà siamo riusciti ad andare avanti - racconta - Poi è arrivata Vittoria e abbiamo scelto di trasferirci a San Benedetto del Tronto perché purtroppo la nostra città allora non aveva nulla da offrirci per il futuro dei nostri bambini, però dopo un anno e mezzo l'amore per L'Aquila ci ha riportato qui. Oggi il nostro lavoro è ancora incerto e viviamo nel limbo del precariato».
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