L’Aquila, protestano i lavoratori Ama: azienda sull'orlo del baratro

L’Aquila, protestano i lavoratori Ama: azienda sull'orlo del baratro
di Daniela Rosone
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Giovedì 14 Novembre 2019, 09:52
L’AQUILA - L’impegno a formulare un emendamento che rimetta in discussione il piano economico finanziario che è allegato alla delibera di ricapitalizzazione dell’Ama che arriva in Consiglio Comunale venerdì, che la armonizzi in qualche maniera con quella precedente in cui non erano previsti tagli per i lavoratori.

Ma anche la formazione di un tavolo tecnico che dovrà valutare eventuali spostamenti positivi di bilancio in favore della contrattazione dei lavoratori. Sono gli impegni che vengono fuori al termine di una giornata lunghissima per i lavoratori dell’Ama e per i sindacati.

Un’assemblea infuocata nella notte in cui si è scongiurata l’interruzione del servizio pubblico, poi un presidio iniziato alle 5 del mattino  dinanzi alla rotonda dove si trova la sede dell’azienda e infine un’assemblea con toni accesi e clima tesissimo tra lavoratori, sindacati, il sindaco Biondi, l’amministratore Berardi e il consigliere comunale e regionale Americo Di Benedetto.

La delibera di ricapitalizzazione che arriva in Consiglio, se verrà votata chiaramente, servirà a non portare i libri in tribunale. Sul piatto 1 milione e 300 mila euro. Al provvedimento però è annesso un piano di ristrutturazione che prevede sacrifici per i lavoratori con un taglio di ben 800 mila euro l’anno sugli stipendi di 130 persone, in media meno 300 o 400 euro al mese.

Un taglio che servirebbe a salvare un’azienda costantemente in perdita, circa 120 mila euro al mese, e che ha chiuso gli ultimi bilanci in negativo.

Ma i lavoratori non ci stanno a dover pagare loro. “Non si gioca sulla pelle dei lavoratori” è il leit motiv della loro vertenza.

“La ricapitalizzazione in pratica - dice Domenico Fontana segretario provinciale Filt Cgil - la pagano i lavoratori che anche a fine carriera non arrivano a prendere più di 1500 euro al mese. L’azienda va ricapitalizzata ma c’è un’altra alternativa: un piano di riorganizzazione che ci era stato presentato annesso all’addendum al contratto di servizio e che non prevedeva questi tagli. Siamo sconcertati, in una delibera non si taglia e in un’altra si. Il 70% della popolazione aziendale - spiega poi Fontana - è monoreddito. Gli autisti sono gli stessi che portano i nostri figli a scuola, che assicurano servizi essenziali, la loro serenità è la serenità di tutti”.

I sindacati, con la proroga della validità dell’attuale contrattazione di secondo livello sino al 31 gennaio con possibilità di proroga anche la febbraio cercando di prendere tempo per trovare un’intesa.

Il sindaco Biondi ha avuto un confronto molto duro con i lavoratori presenti in strada al presidio. “Il Comune già era internato con un trasferimento straordinario di 900 mila euro, sull’adeguamento del contratto collettivo abbiamo fatto addendum al contratto di servizio e stiamo facendo ulteriore ricapitalizzazione. Questa era un’azienda che chiudeva con un passivo di 1 milione e 300 mila euro. È stata messa la polvere sotto al tappeto - ha detto - nel frattempo è stato eroso il capitale sociale. Bisogna intervenire, cercheremo di fare sacrifici nella maniera migliore possibile senza intaccare le prerogative dei lavoratori. Il piano di ristrutturazione - aggiunge - è molto prudente e intanto sto predisponendo un emendamento che spero sia votato da tutte le forze in Consiglio per armonizzare i due piani, il Pef allegato all’addendum e il piano di ristrutturazione allegato alla ricapitalizzazione. Piani che risentono delle difficoltà dell’azienda”.
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