E’ stata una perizia psichiatrica, disposta dal Tribunale in fase di dibattimento (difensore dell’imputato è l’avvocato Stefania D’Addario, ndr) a stabilire che D.C., ancora detenuto per questa causa, era capace di intendere e volere al momento del fatto, quando poi guardando la donna, le disse: «Ti hanno mai detto che hai dei bellissimi piedi. Sono arrivato sin qui per dirtelo». E’ stato a quel punto che si inginocchiò e aggiunse: «Ti voglio baciare e leccare i piedi», come si legge pure nel capo d’imputazione. Frasi alle quali seguirono i gesti. Perché dopo il 29enne afferrò con forza le gambe della sua vittima, «impedendole così di fuggire alla presa, le tolse una scarpa e avvicinò una gamba al suo volto per baciarla fino a fotografarla con il suo cellulare nelle parti intime, tanto da eccitarsi e sbottonarsi i pantaloni».
Un racconto che sembra interminabile, ma che in realtà si è svolto in pochi minuti perché poi la donna ha avuto la forza e la prontezza di reagire e di riuscire a fuggire. E’ stato allora che ha chiamato il fidanzato e insieme si sono immediatamente recati dai Carabinieri per denunciare l’accaduto. Grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza del parcheggio, quindi, l’imputato è stato subito identificato e poi arrestato su ordinanza di custodia cautelare. Davanti al gip, in fase di interrogatorio, il 29enne rigettò le accuse, sostenendo di aver fatto solo degli apprezzamenti. A processo c’è finito con un giudizio immediato chiesto dal pm titolare dell’inchiesta, il pm Francesca Zani. Ieri, in aula, l’accusa aveva chiesto 6 anni di reclusione e ora non è escluso, dopo che si conosceranno le motivazioni della sentenza, che la Procura faccia Appello.
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