Ingegnere ucciso, il fratello condannato all'ergastolo nel giorno del compleanno

Ingegnere ucciso, il fratello condannato all'ergastolo nel giorno del compleanno
di Sonia Paglia
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Giovedì 9 Maggio 2019, 09:12
Ingegnere ucciso, ergastolo per il fratello Luca Materazzo. Arriva il giorno del suo compleanno, la sentenza di primo grado in Corte d’Assise di Napoli, del processo che vede come unico imputato, Luca Materazzo, 38 anni, per l’omicidio del fratello Vittorio, ingegnere 51enne, residente a Roccaraso. Il processo a suo carico è iniziato il 10 aprile 2018. Luca Materazzo venne arrestato a Siviglia, in Spagna, il 2 gennaio 2018, dopo la latitanza, durata circa un anno. La polizia spagnola lo catturò in un bar del centro, dove lavorava come cameriere.

Al 38enne non è stata concessa nessuna attenuante generica, richiesta dal suo difensore, Bruno Cervone. Quindi il massimo della pena e la condanna, anche al risarcimento delle parti civili. Luca Materazzo ha cambiato 15 avvocati. Ieri la Corte ha bocciato la richiesta di rinvio del processo, al fine di studiare la difesa, avanzata dall’avvocato Bruno Cervone, ultimo legale dell'imputato. «Leggeremo le motivazioni – commenta Cervone. Una sentenza quasi scontata. Un fatto di cronaca con innumerevoli buchi investigativi, emersi dalla lettura degli atti processuali. Un processo nel quale l’imputato, non è stato messo in condizione di potersi difendere».

Vittorio Materazzo venne ucciso in maniera efferata il 28 novembre del 2016, sotto la sua abitazione di Napoli, in via Maria Cristina di Savoia, nel quartiere Chiaia. Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, la vittima stava rientrando a casa, quando un uomo, con il volto nascosto da un casco da motociclista, lo attendeva vicino alle scale. La vittima venne colpita con diverse coltellate alla schiena e il fendente mortale, alla gola. L’assassino fuggì attraverso alcuni vicoli, gettando gli abiti insanguinati in una discarica, per poi sparire nel nulla. E poi la testimonianza di un teste oculare, che vide l’omicida con il volto coperto da un casco, mettere la testa di Vittorio sulle ginocchia e accoltellarlo alla gola e le tracce del Dna.
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