«Simò, sto a lavorà per te», quel posto su misura per la compagna di partito

«Simò, sto a lavorà per te», quel posto su misura per la compagna di partito (foto MASSIMILIANO SCHIAZZA)
di Alessandra Di Filippo
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Venerdì 10 Luglio 2020, 11:12 - Ultimo aggiornamento: 11:18

 «Io spero che entro la fine di agosto... Morè … che se no so finito! Capito che ti sto a dire Morè … che entro la fine di agosto, se no mi ritrovo senza niente». È questa una delle intercettazioni chiave del filone collaterale all’inchiesta sui Grandi eventi, che vede coinvolti, con l’accusa di turbativa d’asta in concorso e continuata, Moreno Di Pietrantonio, Simona Di Carlo e soltanto indagata Leila Colucci, dipendente della Asl di Pescara in servizio presso l’ufficio gestione risorse umane.

Al centro del filone d’indagine, un concorso pubblico alla Asl per un incarico a tempo determinato, per la durata di tre anni, per collaboratore amministrativo professionale (cat. D) – Area Legale «per l’attuazione del progetto aziendale Piano regionale gioco d’azzardo patologico-Gap», vinto l’11 settembre 2019 dalla Di Carlo. Secondo l’accusa, rappresentata dal pm Luca Sciarretta, quel concorso sarebbe stato pilotato da Di Pietrantonio, che ricopriva il ruolo di direttore facente funzioni del Ser.D, per far risultare vincitrice proprio la Di Carlo, a lui vicina politicamente. Anzi, stando a quanto emerso dalle indagini dei militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza, le sarebbe stato cucito addosso.

Nell’intercettazione chiave, la Di Carlo dice a Di Pietrantonio di fare in fretta e questo perché dal mese di agosto 2019 non avrebbe più potuto usufruire della borsa di studio assegnatale dalla Asl nel 2015 come avvocato nell’ambito del progetto Gap, di cui Di Pietrantonio era all’epoca responsabile, e di conseguenza rischiava di rimanere senza reddito, non potendo più contare neppure su un ruolo politico. Borsa di studio, all’inizio della durata di un anno, ma poi puntualmente prorogata sulla base delle richieste di Di Pietrantonio stesso, sino al 15 agosto 2019. Pertanto Di Pietrantonio si attiva e anche con un certo anticipo. Stando a quanto emerso dagli accertamenti della finanza, già nel febbraio del 2019 si rivolge alla direzione generale della Asl per sollecitare avvisi pubblici per l’assunzione a tempo determinato di alcune figure professionali, tra le quali in particolare quella di un avvocato. Un mese dopo, invia alla Colucci e a un dipendente del Ser.D una mail in cui dice di inserire, tra i requisiti specifici di ammissione, «tot anni di esperienza nella cura del Gap», fornendo altre precise indicazioni.

Allo stesso tempo, chiede di modificare la figura professionale da assumere. Non più un avvocato, ma un “collaboratore amministrativo”. E questo perché la Di Carlo non aveva più il titolo di avvocato, essendo stato sospesa dall’Ordine per non aver più versato dal 2009 i contributi annuali dovuti. Per Gip e Pm, inequivocabili le conversazioni intercettate fra i due. In una di queste, risalente al maggio 2019, Di Pietrantonio dice al telefono alla Di Carlo di essersi fermato al Ser.D per lei: «Mi sono fermato un momento qui al Ser.D a lavorare per te. Alla delibera – poi spiega – mi sono fermato, a lavora’ un po’ alla delibera». Lei risponde: «Dai Morè, fall». In un’altra intercettazione, Di Pietrantonio rassicura la Di Carlo che i requisiti che sta inserendo nel bando non li ha nessuno oltre a lei. «Simò – le dice – fermati con questi messaggi, mannaggia alla miseria, sta nel bando! Nei requisiti ... che deve aver avuto almeno, minimo un anno, nel Sert... per quel lavoro del Gap! Non ce l’ha nessuno! Punto! Hai capito?» Lei, con tono preoccupato, gli puntualizza «non come amministrativo però!». Il giorno dopo la scadenza della presentazione delle domande, Di Pietrantonio chiama la Di Carlo informandola che una persona dell’amministrazione gli ha chiesto del concorso. A tal proposito fa presente che molti candidati verranno esclusi non possedendo il requisito di aver lavorato per un anno al Ser.D. Lei, sicura di essere la vincitrice, ribatte «questi in 2.000 si presentano e poi ammessi... 1!».
 

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