«Ha l'influenza». Ma era polmonite. Morto a 44 anni l'avvocato Nino Ruscitti

«Ha l'influenza». Ma era polmonite. Morto a 44 anni l'avvocato Nino Ruscitti
di Patrizio Iavarone
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Venerdì 14 Febbraio 2020, 08:59
Una semplice influenza che, evidentemente, non era così semplice: per mesi, Nino Ruscitti, quarantaquattro anni, noto avvocato del foro di Sulmona, se l’era portata dietro, probabilmente sottovalutandone gli effetti, tra febbri che andavano e venivano, consulenze mediche, esami. Con i medici che lo rassicuravano, diagnosticando una tracheite o l’influenza. Sempre instancabilmente tra ospedali, casa e ufficio, che il lavoro era sempre una sua priorità.

Qualche giorno fa, poi, la febbre si era fatta più debilitante: non riusciva a respirare bene e per questo si era recato all’ospedale di Chieti dove, nel reparto di Pneumatologia (uno dei migliori in Centro Italia), gli avevano diagnosticato una polmonite. Un’infezione che gli aveva compromesso tre quarti del polmone. Ruscitti era stato messo sotto stretta osservazione e negli ultimi giorni trasferito nel reparto di Rianimazione per permettere di eseguire una tracheotomia che gli consentisse di respirare agevolmente. Le sue condizioni sembravano essere migliorate, i suoi valori in ripresa. Tanto che i medici avevano deciso di togliergli la respirazione forzata. Poi l’altro giorno l’improvviso peggioramento e ieri il suo cuore ha smesso di battere, forse per un blocco renale conseguente alla polmonite. Una tragedia improvvisa e inattesa, per una persona che godeva di ottima salute, che non fumava e che conduceva una vita morigerata.

Una persona perbene, educata e discreta, talmente attaccata al lavoro da continuare anche sul letto di ospedale a scrivere conclusioni e pareri con il computer poggiato sulle gambe. Figlio e fratello dei colleghi giornalisti Giovanni e Daniele (il primo ex capo ufficio stampa al consiglio regionale, il secondo redattore dell’agenzia Asca), Nino Ruscitti era un avvocato dalla carriera brillante: si era occupato principalmente di cause civili, amministrative e di lavoro (molte anche nel settore della sanità), ma anche di cause penali. La sua morte è piombata sulla comunità sulmonese suscitando grande commozione tra chi lo conosceva e tra i tanti colleghi che lo stimavano. Era stato anche candidato nelle ultime elezioni per il consiglio dell’ordine forense, non rientrando però tra gli eletti. Amava viaggiare e amava l’oriente in particolare; non era sposato e non aveva figli, ma la sua scomparsa lascerà un vuoto enorme non solo nella famiglia a cui era molto legato. La sua salma sarà trasferita oggi a Sulmona dove sarà esposta nella Casa funeraria di viale Mazzini, mentre i funerali si terranno domani probabilmente nella chiesa di Cristo Re.
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