Guerra, da Teramo all'Ucraina per salvare cinque donne: una è incinta

Guerra, da Teramo all'Ucraina per salvare cinque donne: una è incinta
di Tito Di Persio
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Sabato 19 Marzo 2022, 08:12 - Ultimo aggiornamento: 08:47

In viaggio da Teramo all'Ucraina per salvare cinque donne, una incinta. Un viaggio di 53 ore iniziato dall'Abruzzo che ha attraversato mezza Italia, Austria, Repubblica Ceca, Polonia fino ad arrivare alla frontiera di Medyka. L'impresa con un furgone è stata fatta dal presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Tommaso Navarra e amministratore delegato del consorzio Punto Europa, Filippo Lucci. Ad attenderli al casello autostradale di Mosciano una donna polacca, ma residente a Roseto da anni. Lei ha preso in carico Nascha, ragazza di 19 anni incinta al settimo mese del primo figlio. Mentre le altre ragazze saranno ospitate in altre famiglie sempre nel teramano.


«Siamo stanchissimi, ma è stato un viaggio di umanità dice Navarra a Medyka abbiamo trovato questo popolo orgogliosissimo, in grossa difficoltà che a piedi e sotto le bombe è costretto a lasciare tutto. Alcuni portavo con sé qualche valigia, altri solo buste per arrivare in una terra di nessuno». Racconta che sono partiti con il furgone carico con medicinali, alcuni beni alimentari e pannolini per bambini. «I neonati e i bimbi erano tantissimi.

Vederli a meno otto gradi sotto le tende è stata un'esperienza davvero forte, - aggiunge Navarra ma allo stesso tempo mantenevano la dignità anche in quelle condizioni e mostravano il passaporto con orgoglio». Ma la solidarietà teramana non si è fermata a questo.


Sono giunti a destinazione nelle frontiere di Romania e Moldavia altri due tir carichi di medicinali, abbigliamento, cibo in scatole e materassi. La testimonianza di Emanuel, un collaboratore del posto che aspettava gli aiuti umanitari è da brividi «Questa mattina la fila era enorme in questa città bombardata. Fuori è meno 12 gradi. La situazione diventa ogni giorno più drammatica». Infine ieri è arrivato il video appello del presidente dell'associazione Kerjgma Sergio D'Ascenzo: «La gente non più nulla da mangiare e da bere. Si iniziano a creare le prime resse per accaparrarsi qualcosa. Aiutateci a raccogliere più cibo possibile o fate donazioni perché vogliamo ripartire con un tir pieno di pane e un altro di acqua».

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