Quattro condanne e un'assoluzione nel processo per la morte di Sandra Zanchini, la 56enne turista di Ravenna deceduta a causa delle lesioni provocatele da un frammento di roccia che la colpì alla testa lungo il sentiero per le Gole di Fara San Martino il 22 giugno del 2019: il decesso avvenne in ospedale a Pescara il 2 luglio. La sentenza è del giudice monocratico del Tribunale, Maurizio Sacco. Condannati a un anno e quattro mesi di reclusione l'ex sindaco di Fara San Martino, Carlo De Vitis, l'allora responsabile dell'Ufficio tecnico del Comune, Enrico Del Pizzo, difesi dall'avvocato Marco Femminella, Claudio D'Emilio, all'epoca legale rappresentante dell'ente Parco nazionale della Majella, difeso dall'avvocato Ettore Paolo Di Zio, Luciano Di Martino, direttore facente funzione all'epoca dell'Ente parco, assistito dagli avvocati Giulio Cerceo e Vincenzo Di Girolamo.
Assolto perché il fatto non costituisce reato Simone Barletta, accompagnatore dell'escursione guidata, difeso dall'avvocato Gianluca Museo. I quattro sono stati condannati al risarcimento dei danni in separato giudizio alle parti civili ed hanno avuto la sospensione della pena e la non menzione.
L'accusa contestata è cooperazione colposa in omicidio colposo. In aula accanto all'avvocato di parte civile Filippo Zamponi c'era Davide Baiocchi, marito della vittima: «Sono contento, era quello che speravo, è una sentenza che fa giustizia perché mia moglie purtroppo è morta ma è emerso che quello che è successo non è stata una fatalità - ha detto- , è stata sicuramente una grossa sfortuna, però se gli amministratori avessero fatto il loro dovere questo probabilmente non sarebbe successo. Diciamo che lei ha pagato un po' per tutti perché era un evento prevedibile, e che prima o poi a qualcuno sarebbe toccato, sfortunatamente è toccato a mia moglie».
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