Appalti e promesse, gli affari sanitari di Sospiri e Febbo

Appalti e promesse, gli affari sanitari di Sospiri e Febbo
di Stefano Buda
3 Minuti di Lettura
Martedì 4 Maggio 2021, 10:06

IL BLITZ
Perquisizioni e sequestri, ieri, nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Pescara su presunti affari illeciti nel comparto della sanità ragionale. L'inchiesta, che ruota attorno alla figura dell'imprenditore Vincenzo Marinelli, è articolata in diversi filoni e complessivamente conta una quindicina di indagati. Negli ultimi giorni c'è stata una nuova accelerazione e ieri gli agenti della squadra mobile, su incarico del sostituto procuratore Andrea Di Giovanni, hanno provveduto a sequestrare il telefono cellulare del presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, e a perquisire gli uffici e l'abitazione dell'ex assessore regionale Mauro Febbo. Due esponenti di spicco del centrodestra abruzzese coinvolti in vicende distinte, che tuttavia rientrano in un unico fascicolo e hanno come denominatore comune i rapporti con Marinelli.


A Sospiri si contestano i reati di associazione a delinquere e corruzione poiché, sulla base di un'informativa, sarebbe emerso «il totale asservimento della funzione ricoperta dal presidente del consiglio regionale - si legge nell'ordinanza di sequestro - agli interessi privati di Vincenzo Marinelli e delle società allo stesso riconducibili». Asservimento manifestatosi, in ipotesi, anche «attraverso l'impegno ad affidare incarichi dirigenziali in ambito sanitario regionale e locale a persone di fiducia di Marinelli, in cambio di assunzioni e finanziamenti elettorali».


Marinelli, indagato insieme alla figlia Silvia e a cinque dipendenti delle sue aziende del settore sanitario, sarebbe al centro di uno schema finalizzato a «una sistematica attività di corruzione (attraverso regalie, incarichi, assunzioni, favori, dazioni di denaro) e di turbativa di procedimenti amministrativi e gare in corso». La Procura, attraverso l'analisi dei messaggi e delle chat contenute nell'I-phone di Sospiri, punta a ottenere elementi utili in riferimento ai presunti accordi illeciti con Marinelli e con eventuali ulteriori soggetti.

A Febbo si contesta invece un episodio di corruzione risalente al maggio del 2020.

«Quale assessore e consigliere di maggioranza della Regione Abruzzo è scritto nel decreto di perquisizione riceveva somme in contanti e altre erogazioni, in cambio dell'impegno a far bandire la gara per l'esecuzione del Project financing per il nuovo polo oncologico dell'Ospedale di Chieti». Un filone, questo, oggetto di diverse proroghe e che vede coinvolti altri soggetti, a partire da Silvio Paolucci, assessore alla Sanità ai tempi della giunta D'Alfonso.

In merito alla posizione di Paolucci non si conoscono ancora le ipotesi di reato, ma non è possibile escludere che proprio il Project financing per il polo oncologico rappresenti il trait d'union tra esponenti del centrodestra e del centrosinistra finiti sotto la lente della magistratura.
In ogni caso, gli inquirenti stanno focalizzando la propria attenzione sulla ricerca di riscontri in merito a presunti accordi illeciti tra Febbo e Vincenzo Marinelli.

Qualche elemento in più potrebbe arrivare dall'esame del materiale sequestrato a Febbo, tra documenti, appunti, telefono cellulare e altri dispositivi informatici. Marinelli, nel frattempo, si conferma la figura chiave dell'inchiesta, riaffiorando di volta in volta nei vari filoni, sia nelle vesti di imprenditore direttamente interessato agli appalti che nei panni di mediatore. L'ex assessore alle attività produttive, per il momento, ha scelto la linea del silenzio, mentre Sospiri ha affidato ad una nota il suo pensiero: «Mi si addebitano rapporti con Marinelli per assunzioni e finanziamenti che avrebbero dovuto avere presunte ricadute elettorali scrive - mi è stato chiesto di consegnare il mio Iphone, per consentire approfondimenti su presunte conversazioni e ora attendo fiducioso l'esito di tali verifiche, con estrema serenità, sia sul versante delle presunte assunzioni sia su quello dei presunti finanziamenti elettorali».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA