Da “re degli assembramenti” alla pizza in mezzo al verde: la storia di Francesco Marcellini

Da re degli assembramenti alla pizza in mezzo al verde: la storia di Francesco Marcellini
di Francesco Marcozzi
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Venerdì 7 Agosto 2020, 10:50 - Ultimo aggiornamento: 15:32

Da re dell’assembramento a cultore obbligato del distanziamento. Quant’è cambiata la vita di Francesco Marcellini, originario di Napoli e giuliese di adozione, il quale ha avuto il merito, di inventare e con tanto di brevetto, l’aperistreet, manifestazione che si culla tra il bere e il ballo e che ha sempre puntato ad avere persone (soprattutto giovani), una accalcata all’altra, calandosi quasi per gioco nei panni del direttore artistico di eventi. Le prime serate sono organizzate nell’agriturismo di un amico: cena e dopo cena con musica dal vivo.

Francesco ha il merito di intuire la necessità di un nuovo modo di vivere la notte. «Ho portato - racconta - il divertimento fuori dalle mura della discoteca in uno spazio neutro come la strada, offrendo a tutti, giovani, non giovani, famiglie e soprattutto a coloro che di solito non vanno in discoteca, la possibilità di divertirsi ballando e cantando e con qualche stuzzichino». Ufficialmente l’aperistreet nasce  nel centro di Giulianova Lido.  La location è allestita, a seconda del tema, con materiali di recupero della cui disposizione si occupa Francesco: bancali e balle di fieno per tavoli e sedie, una barca per la postazione del dj. Un gruppo suona durante la prima parte della serata per poi lasciare spazio al dj set e alla musica anni 70/80. A quello seguiranno altri quattro Aperistreet a Giulianova, ma è a Teramo che il format raggiunge l’apice del successo: centocinquanta tavoli prenotati da Marche e Abruzzo, oltre seimila presenze in oiazza Martiri e lungo il corso principale di Teramo.

Oggi tutto è cambiato, anche se riceve qualche telefonata per organizzare eventi di questi tipo, Marcellini deve dire di no. Ha scelto un altro posto molto bello, in campagna, nella “Pelota” del duo Mucciconi-Valentini- ricca di verde e di sport. E qui ha aperto il ristorante “Gustavo”. «Tutto - dice - profuma di Napoli, dal fornaio giunto dal Napoli, al forno che ha fatto lo stesso percorso ed ecco la pizza napoletana con il bordo alto ma soffice. Tutti seduti ai tavoli, anche qui con tantissime prenotazioni, ma tutti distanziati». In realtà qualcuno spera sempre che a fine cena si possa ballare, ma il no è tassativo. «Certo ho affittato anche un magnifico parco verde che si presterebbe all’evento ed affiorano tante nostalgie che mi faccio passare gustando io per primo una buona pizza».
 

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