Giulia Di Sabatino, 19enne precipitata dal ponte, i genitori: «Trovate la verità, con lei c'erano due persone»

Morte di Giulia, i genitori: «Trovate la verità». Presto incontro con il ministro Bonafede
di Teodora Poeta
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Sabato 23 Gennaio 2021, 09:35 - Ultimo aggiornamento: 10:11

I genitori di Giulia Di Sabatino, la giovane di Tortoreto che secondo la Procura si sarebbe suicidata la notte del suo 19esimo compleanno, ripartono dallo stesso punto dove un camionista ha detto di averla vista insieme ad altri due uomini, esattamente quella sera, sotto il cavalcavia dell’A14 tra Tortoreto e Giulianova, per rilanciare il loro appello e chiedere che si continui ad indagare. Un’inchiesta già archiviata dalla Procura di Teramo, che, tuttavia, continua a far discutere. Tanto che il ministro delle Giustizia, Alfonso Bonafede incontrerà i genitori nelle prossime settimane.

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Durante l’ultima puntata della trasmissione di Rai3 “Chi l’ha visto?” sono state mostrate le immagini delle due telecamere di sorveglianza dell’autostrada di quella notte tra il 31 agosto e il primo settembre del 2015 dove si vedono, alle 5.23, dei camion che iniziano improvvisi rallentamenti con le prime segnalazioni alla Polizia stradale arrivate proprio intorno alle 5.30. Secondo la Procura Giulia si sarebbe suicidata tra le 4 e le 5.50.
Un lasso di tempo ricostruito non dall’autopsia, perché il corpo della ragazza è stato ritrovato dilaniato dal passaggio dei mezzi in autostrada, ma dalla versione fornita dal ragazzo della Panda rossa secondo il quale verso l’una avrebbe incrociato Giulia sul cavalcavia per poi riaccompagnarla lì, nello stesso posto, verso le 4, dopo aver avuto con lei un rapporto sessuale.

Per Meri Koci e Luciano Di Sabatino, i genitori di Giulia, quella sera, invece, le cose sarebbero andate diversamente. «Giulia non si è buttata dal cavalcavia, il suo corpo è stato lasciato sull’asfalto in autostrada dov’è possibile arrivarci a piedi dal cavalcavia», dicono. L’unico orario certo è mezzanotte e 19 minuti, quando Giulia viene ripresa da una telecamera privata mentre cammina da sola lungo la strada che porta da Tortoreto alla statale. Indossa una canotta nera con al centro uno stemma rotondo di quelli che riflettono e un paio di pantaloni. Il due settembre, però, c’è un camionista, deceduto un anno fa in un incidente stradale, che spontaneamente si è presentato dai carabinieri per raccontare di aver notato la notte della morte di Giulia «mentre transitava sulla A14 in direzione nord, poco dopo aver superato l’area di servizio Tortoreto Est, tre persone che camminavano a piedi in direzione opposta alla mia», disse all’epoca.

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«Erano due uomini e una donna tutti in pantaloni chiari. La donna era al centro ed era sostenuta dai due uomini che la tenevano a braccetto e sembrava che la ragazza fosse spaventata». Si trovavano sulla corsia di emergenza. «Ho pensato che avesse assistito a un incidente – si legge nella denuncia – ma andando avanti non ho notato nulla, sulla strada non c’era niente. La ragazza era di carnagione bianca con capelli chiari, anche gli uomini erano di carnagione bianca».

Il camionista la sera stessa si interrogò sul perché della presenza di quelle tre persone stessero in autostrada. E’ stato lo scontrino del suo caffè, preso nell’area di servizio esattamente a mezzanotte, a far sì che la sua denuncia cadesse nel vuoto perché stando alla ricostruzione della Procura non corrispondevano i tempi. Eppure quell’uomo « di grande cuore», come dice Meri, Giulia l’aveva riconosciuta quando i carabinieri gli hanno mostrato una sua foto. 

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