Abruzzo, gasdotto esploso: in diciotto sotto accusa

Abruzzo, gasdotto esploso: in diciotto sotto accusa
di Teodora Poeta
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Giovedì 4 Ottobre 2018, 09:48
Ci sono volute diverse udienze preliminari e rinvii vari prima di arrivare alla data che segna il decisivo passaggio dall’inchiesta della Procura sull’esplosione del gasdotto di Pineto (Teramo) a quello che sarà adesso il processo con 18 imputati e nessuna parte civile perché tutte già risarcite. Si tratta dei responsabili tecnici ed amministrativi di Snam Rete Gas accusati, a vario titolo, di disastro colposo. Sotto accusa le modalità con cui il principale operatore di trasporto e dispacciamento di gas naturale sul territorio nazionale, Snam Rete Gas, avrebbe realizzato alcuni lavori di messa in sicurezza nel tratto di Pineto del metanodotto Ravenna-Chieti.

In particolare le indagini degli inquirenti si sono concentrate sulla documentazione amministrativa e tecnica relativa alla progettazione, posa in opera, manutenzione e monitoraggio del tratto di metanodotto esploso, della sovrastante rete elettrica e delle abitazioni interessate dall’evento, con i relativi accertamenti tecnici (sopralluoghi, indagini geotecniche e sui materiali) affidate ad un pool di esperti. Costanti attività di monitoraggio svolte dalla società sulle tubature avrebbero messo in luce già nel 2008 come la condotta, nel tratto successivamente esploso, si fosse alzata di circa 26 centimetri rispetto al 2001, evidenziando dunque uno stato di tensione del tubo legato ai movimenti del terreno. Una situazione per cui l’azienda era intervenuta per sgravare quello stato di tensione dalla tubatura, ma all’atto della realizzazione nell’estate del 2010 gli interventi sarebbero stati effettuati in maniera difforme da quanto preventivato.

Per gli inquirenti un particolare da non sottovalutare inoltre è la mancata realizzazione di un sistema di drenaggio dell’acqua, giustificata con il fatto che all’atto degli scavi, nel mese di agosto, non fosse stata rilevata la presenza di acqua. Nonostante già nel 2008 fossero state evidenziate due deformazioni della condotta, una in corrispondenza del tratto esploso e l’altra in corrispondenza del tratto dove si verificò la frana del 6 marzo, le corde estensimetriche che avrebbero dovuto consentire un attento monitoraggio della situazione rispetto ai movimenti del terreno sarebbero state posizionate in maniera errata, così come secondo i consulenti della Procura sarebbe stata valutata in maniera sbagliata la natura della deformazione scoperta lungo il tratto interessato.

A processo sono finiti Alessandro Troiano competente per il tratto di metanodotto interessato; Sergio Busacca, Luca Schieppati, Daniele Gamba, Maurizio Zangrandi nella loro veste di direttore gestione rete con funzioni di datore di lavoro; Claudio Ghibaudo, responsabile del centro di Chieti con funzioni di dirigente alla sicurezza; Giampaolo Annoni; Vincenzo Vigo; Francesca Zanninotti; Valentino Pistone, dirigente alla sicurezza per Snam Rete Gas; Gianmario Giurlani, geologo dipendente di Snam Rete Gas; Elisabetta Paola Bonandrini, responsabile dell’unità organizzativa attività tecniche nel distretto centro orientale; Roberto Cati; Benedetto Rigolini; Pasquale Iozzo; Angelo D’Ercole; Alberto Ausili; Lorenzo Razzi, direttore del centro di Chieti originariamente competente per il tratto di metanodotto interessato.
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