Fucino, l'orto d'Italia senza manodopera: servono tremila lavoratori, trovati solo 150

I campi del Fucino
di Pino Veri
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Martedì 5 Maggio 2020, 07:19

Si gioca un importante partita in questi giorni nel Fucino, considerato l’orto d’Italia che esporta prodotti orticoli a Roma, sul territorio nazionale e in Europa. A causa dell'emergenza coronavirus non si trova la manodopera. I lavoratori del Nord Africa non possono arrivare perché c'è il blocco degli ingressi a causa del Covid-19. Le aziende agricole hanno inoltre offerto anche il pagamento del biglietto aereo ove si sblocchi l’arrivo in Italia dei lavoratori stranieri.

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 La Coldiretti, l’associazione coltivatori provinciale, si muove su più fronti per mantere occupazione, reddito e qualità. Inanzitutto c’è il problema del rifornimento idrico messo a dura prova dalla mancanza di piogge e dal fatto che la neve sui monti quest’anno è già scomparsa.

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Dunque «esprime soddisfazione per la decisione di tutti i Comuni del Fucino di vietare l’irrigazione nelle campagne nei giorni di sabato e domenica. Le delibere comunali, che si stanno firmando in queste ore, hanno l’obiettivo di favorire l’innalzamento del livello delle acque delle falde e dei canali, in forte carenza idrica a causa della prolungata siccità invernale». In attesa che la politica si decide ad allestire bacini che riescano a conservare le acque invernali da utilizzare poi in estate. «La decisione di porre in essere il divieto è il segno tangibile del forte senso di responsabilità delle amministrazioni comunali nei confronti dell’orticoltura fucense, fortemente provata da una stagione difficile e dalle problematiche che, in questo momento di emergenza sanitaria, si aggiungono a quella della mancanza di manodopera – dice Angelo Giommo, presidente Coldiretti - Al di là dei diversi schieramenti politici, i sindaci hanno compreso tutti l’importanza di porre in essere il divieto di irrigazione proprio con l’obiettivo di tutelare la produzione orticola che ha già tante difficoltà».

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Occorre ora risolvere il problema della manodopera: con il blocco degli ingressi degli stranieri impiegati in agricoltura provenienti prevalentemente dall’Africa del nord (nel Fucino se ne impiegano solitamente più di tremila) si è richiesta la presenza anche di studenti universitari, di disoccupati o di chi percepisce il reddito di cittadinana. Fino a ieri le aziende ne hanno assunti solo 150 e le paghe sono consone a quanto stabilito nei contratti di settore. «Siamo anche disposti a pagare il biglietto aereo ove si sblocchi l’arrivo in Italia dei lavoratori stranieri» dicono le aziende agricole.

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