FOTOSOCIAL/ L'arte del tombolo e la fotografia nelle mani d'oro di Cristina Bravi

lo scatto di Cristina Bravi
di Sabrina Giangrande
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Mercoledì 31 Maggio 2023, 18:02

L'AQUILA Si definisce “un’aquilana doc a tutto tondo” la cinquantanovenne Cristina Bravi, una laurea in pianoforte e complice il destino, trentanove anni prima ha deciso di prendere un'altra strada che l’ha fatta incontrare, proprio come si incontra un amore, con il merletto a tombolo aquilano, un colpo di fulmine carico di passione, che è diventato, come ama definirlo Cristina, un “hobby-lavoro”.Cosa c’entra il tombolo con la fotografia? Proseguendo nella lettura, sarà ben chiaro il legame che unisce queste due, solo apparentemente diverse “arti”.

«Lo scorso anno- racconta con rammarico Cristina- ho dovuto chiudere il mio laboratorio-scuola perché non riuscivo più a continuare, l’evento  disastroso del terremoto prima e la pandemia da Covid-19 in seguito, hanno contribuito a fermare la mia attività». «Provo a mandare avanti il lavoro di maestra merlettaia- precisa Cristina- per evitare di far scomparire questa preziosa arte della nostra tradizione aquilana, insegnando all’Aquila e Roma in piccoli corsi».

Cristina si appassiona alla fotografia, seguendo le orme di suo padre Alfredo; «era un bravissimo fotografo hobbista- racconta- e non perdeva occasione per immortalare me, mio fratello e mia madre in qualunque occasione, me lo ricordo da sempre con la sua fedele “Rolleiflex” appesa al collo. Fu proprio lui a regalarmi la mia prima macchina fotografica, una “Ferrania”, avevo sei anni e il mio primo scatto risale quindi al 1970». «Mi ha insegnato- prosegue- a utilizzare le sue macchine fotografiche, che uso ancora, ma purtroppo non mi ha mai insegnato lo sviluppo in camera oscura».

Cristina si definisce fotografa “vintage”, e il digitale non, è molto di suo gradimento avendo utilizzato per lungo tempo la pellicola, ma dopo un periodo di sospensione dalla sua passione, si è lentamente riavvicinata alla fotografia, utilizzando un apparecchio digitale, scoprendo le molteplici possibilità che riesce a regalare rispetto alla fotografia tradizionale.

«Nel 2019 ho iniziato a studiare seguendo dei corsi e il fermo dovuto alla pandemia mi ha  dato tempo e modo di approfondire l'argomento, unendo l'utile al dilettevole, fotografando anche miei lavori con il tombolo». «Adoro fotografare i tramonti e il Gran Sasso, - conclude Cristina- e mi ritengo una cacciatrice di foto perché non programmo mai cosa fotograferò, vado in giro con la macchina e fermo attimi che mi colpiscono ed emozionano e infatti il mio motto è: “Carpe Diem”». 

Si ritiene fortunata Cristina, «la vita mi sta dando il modo di vivere e coltivare le mie passioni: il pianoforte, la fotografia, il tombolo che è anche il mio lavoro e ognuna arricchisce completamente cuore (il piano), mente (il tombolo) e occhi (la fotografia), da un anno circa ho ripreso anche le vecchie macchine analogiche e quindi l'uso della pellicola e spero anche di imparare lo sviluppo in camera oscura». 

Sabrina Giangrande

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