Maxi truffa alla Asl di Teramo, tra i 7 indagati un ex dirigente medico. Sequestrati beni per 260 mila euro

Maxi truffa alla Asl di Teramo, tra i 7 indagati un ex dirigente medico. Sequestrati beni per 260 mila euro
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Martedì 17 Novembre 2020, 10:07

Scoperta truffa ai danni della sanità pubblica: sequestro di 260 mila euro e sette indagati. I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno scoperto una presunta frode di 347.000 euro  ai dannI della Asl di Teramo. Le attività investigative hanno accertato la condotta illecita di un dirigente medico all’epoca dei fatti direttore della Uosd dell’ospedale di Teramo, di un capo tecnico e di rappresentati legali e amministratori di società concessionarie e  distributrici di presidi sanitari utilizzati dal nosocomio Mazzini per interventi eseguiti tra gennaio 2017 e giugno 2018. Sette le persone indagate e quattro le imprese coinvolte.

La truffa aggravata  si sarebbe concretizzata nella falsificazione dei documenti attestanti l’utilizzazione dei dispositivi medici nel corso degli interventi eseguiti presso gli ospedali della provincia ed il loro successivo reintegro. «In tal modo – certificandone cartolarmente l’utilizzo prima e poi la necessità della provvista dopo – assicuravano il costante approvvigionamento di detti dispositivi mai utilizzati, inducendo in errore il personale della farmacia ospedaliera deputato agli acquisti degli stessi per soddisfare il fabbisogno ospedaliero, spiega una nota della finanza.

Al termine delle attività investigative per  falsità materiale, truffa aggravata ai danni della pubblica amministrazion e falso in atto pubblico  e ricostruito l’ammontare della frode scoperta, l’autorità giudiziaria ha emesso un decreto di sequestro preventivo anche nella forma “per equivalente” delle somme di denaro e dei beni immobili e mobili registrati, nella disponibilità degli indagati, per un importo complessivo pari ad  264.620 euro quale presunto profitto del reato.

Le indagini delle fiamme gialle hanno inoltre consentito all’Asl di Teramo di bloccare i pagamenti delle ulteriori attrezzature mediche ordinate, evitando l’ulteriore inutile spesa per 82 mila euro.

«La scoperta di tale illecito sistema, attuato a scapito della locale Azienda Sanitaria e a tutto vantaggio delle società distributrici dei dispositivi medici, pone maggiormente in risalto l’azione dalla Guardia di Finanza, quale polizia economico finanziaria, a difesa del Sistema Sanitario Nazionale e della collettività finalizzata ad assicurare ai cittadini i migliori standard di assistenza anche in relazione all’attuale disagio finanziario e sociale per il rischio sanitario legato alla diffusione epidemiologica del Covid-19».

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