Terzo tentativo di prelevare il ragazzino di 14 anni e portarlo via dalla sua abitazione. Due assistenti sociali e due carabinieri ieri, poco prima delle 16, si sono presentati nella casa di Tortoreto di G.D. , 53 anni, e del figlio 14enne. Quando il campanello ha suonato è stato il gelo nella palazzina bianca dove la famiglia vive al pian terreno. I carabinieri e le assistenti sociali hanno chiesto di entrare per eseguire il provvedimento del Tribunale dei minori dell’Aquila che dispone l’allontanamento del quattordicenne dal padre e il collocamento dalla madre, che però vive nelle Marche e sta a cento chilometri dalla scuola del ragazzino.
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Il padre, un capo reparto in mobilità, ha spiegato da dietro la porta che il figlio era a letto con la bronchite e che era anche impaurito da tanto trambusto. «Non vi posso fare entrare», ha tagliato corto. Poi l’immediato intervento del suo avvocato, Romina Cristina D’Agostini che ha provveduto a inviare il certificato medico e spiega: «Non capiamo perché tanto accanimento, il ragazzino ha 14 anni ed è in grado di riferire con chi desidera vivere, ha scritto una lettera di suo pugno al giudice nella quale spiega di stare bene con il papà e di voler essere ascoltato, ma nessun magistrato finora lo ha preso in considerazione».
Per il padre del ragazzino è stato l’ennesimo giorno tra sofferenza e angoscia. Trascorrere qualche ora a casa con questo papà coraggioso e suo figlio, molto dotato a scuola e ben educato, dà il senso vero della dimensione di famiglia. Hanno una casa accogliente, essenziale con una grande dispensa per le provviste e un balcone assolato dove il papà ha costruito un’altalena per Marco e dove vivono due gatti: una si chiama “Vecchietta” perché ha 9 anni e sta sempre raggomitolata in una cuccia di cartone, l’altro ha il nome provvisorio di “Piccolo” perché è davvero piccolo ed è appena arrivato. Papà e figlio sono molto uniti. Insieme coltivano funghi e li fanno sott’olio. Sempre insieme hanno l’hobby di creare piccoli oggetti. Marco è specializzato nella realizzazione di oggetti con perline a termofusione, “sono spade e oggetti del gioco minecraft” dice il ragazzino. Dove vuoi stare Marco? «Voglio stare qui, a Tortoreto, con mio padre, mi piace anche la scuola a Giulianova e da grande farò Giurisprudenza e mi servirà». Marco ha la media del 7 e a «scuola - dice il padre - ha solo relazioni positive, andare ai suoi colloqui mi ha riempito di orgoglio».
Perché allora si devono separare? G.D. è stato ritenuto dal giudice minorile non più in grado di occuparsi del figlio, nonostante non vi siano maltrattamenti o stato di abbandono. Ha saltato qualche appuntamento dagli assistenti sociali e la mediazione per avere un diverso rapporto con la ex. «E perché sarei dovuto andare? - si domanda - Dopo una mia denuncia è stata anche condannata per abuso di mezzi di correzione.
Figlio conteso, il padre non apre la porta ai carabinieri: il ragazzino resta con lui
di Rosalba Emiliozzi
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Mercoledì 22 Gennaio 2020, 09:08 - Ultimo aggiornamento: 09:12
Però sono io quello che non va bene. Questo non lo accetterò mai». Diversi parlamentari in Italia si stanno interessando alla sua vicenda per presentare un’interrogazione parlamentare.
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