Va a buttare i pannolini, i figli si ustionano mentre giocano: mamma accusata di abbandono di minore

Va a buttare i pannolini, i figli si ustionano mentre giocano: mamma accusata di abbandono di minore
di Walter Berghella
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Martedì 20 Settembre 2022, 08:14

Presunto abbandono di minore è l'accusa con cui il Gup Giovanni Nappi ha rinviato a giudizio ieri la mamma dei due fratelli, maschio e femmina, di 3 a 14 anni, che il 23 giugno 2020 rimasero gravemente ustionati in casa, in piazza San Lorenzo, a Lanciano. Il gas era acceso e il più piccolo spruzzò per gioco dell'alcol. Il pm Francesco Carusi ha chiesto il processo, fissato ora al prossimo 28 febbraio, dopo aver deciso l'imputazione della mamma, M.V.I., 43 anni, di origine romena, che si era assentata pochi minuti per andare a buttare nella spazzatura i pannolini sporchi, mentre il papà, coetaneo, era andato al lavoro in una fabbrica della ValSangro. In casa c'era solo la donna a curare i tre figli e a preparare il pranzo.

Del caso si occupa anche la procura minorile dell'Aquila. Sulla vicenda l'avvocato Sandro Mammarella affila le armi per contrastare in aula il reato. «Per configurarsi l'abbandono di minore deve essere reiterato e prolungata l'assenza dei genitori dice il difensore Mammarella -. La mamma è uscita per 5 minuti. Poteva capitare anche se era andata in un'altra stanza. Dimostreremo che poteva succedere; è una disgrazia, una fatalità. In casa i genitori avevano preso pure la misura di sicurezza di installare un cancelletto. Quale genitore assicura una presenza costante per vedere se un bimbo cade, si fa male o combina altri guai.

Ha anche faccende da fare. Nel caso delle ustioni come si fa a rischiare una condanna fino a 5 anni? Ora i ragazzi stanno bene, tranquilli e hanno recuperato».

Positiva la relazione dei servizi sociali sulla famiglia. Il più piccolo è quello che ha avuto interventi chirurgici al policlinico Gemelli di Roma per ustioni di primo, secondo e terzo grado al volto, tronco, piedi e braccio sinistro. La sorella, nel coraggioso tentativo di salvarlo, ricoverata a Pescara, ha riportato ustioni di terzo grado a mani, piedi e avambraccio sinistro.

Il giorno della sfiorata tragedia fu un vicino il primo ad accorrere dopo aver sentito grida disperate dal vicino appartamento; è entrato e ha visto il bimbo di tre anni che era una torcia umana, avvolto dalle fiamme dalla testa ai piedi. Ha preso una coperta per spegnere il fuoco e limitare le gravi ferite. Ustionata anche la sorella che, spaventata e urlante, provava anch'essa con mani e stracci a spegnere le lingue di fuoco che avvolgevano il piccolo. In casa c'erano fratellino gemello, la sorella ferita e un altro fratello di 10 anni, quindi un'amica della sorella. Mentre si giocava, complice la distrazione, il piccolo ha improvvisamente spruzzato liquido infiammabile che ha alimentato una forte fiamma.

 

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