L'ex titolare di un supermercato. «Io, vittima degli usurai, ho perso tutto. Era meglio se mi avessero ucciso»

Antonio Rosignoli, a destra, con il suo avvocato
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Mercoledì 20 Novembre 2019, 11:13 - Ultimo aggiornamento: 17:46
«Forse sarebbe stato meglio se mi avessero sparato, perché ormai sono morto dentro. Ho perso tutto, sono stato allontanato da tutti e sono andato incontro a gravi problemi di salute». Antonio Rosignoli, 61 anni, di Montesilvano (Pescara) è una vittima dell’usura. A differenza di tante altre persone, che per paura o vergogna restano in silenzio, ha scelto di denunciare e affrontare i suo aguzzini a volto scoperto. «Lo faccio – dice – perché spero che la mia storia possa servire ad evitare che altri subiscano ciò che ho subito io».

Il suo caso, il 25 ottobre scorso, è finito al centro delle cronache in seguito all’operazione della Guardia di Finanza denominata Bum-Bum. L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Silvia Santoro, conta 13 indagati, accusati di avere acquisito diverse società che venivano prima intestate a dei prestanome e riempite di debiti, e poi svuotate e condotte al fallimento. Un ruolo di primo piano, nell’ambito di questa presunta rete criminale, sarebbe stato giocato da L.D.M, 31 anni. Proprio l'uomo che nel 2015 fu condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione per l’incendio doloso del Florida Park, si sarebbe reso protagonista del grave caso di usura, contribuendo a ridurre sul lastrico Rosignoli, per poi appropriarsi del suo supermercato. 

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