Pescara, bimba di 15 mesi colpita da epatite: unico caso in Abruzzo. Il primario: «Attenzione alta, ma nessun allarmismo»

Pescara, bimba di 15 mesi colpita da epatite: unico caso in Abruzzo. Il primario: «Attenzione alta, ma nessun allarmismo»
di Teodora Poeta
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Lunedì 25 Aprile 2022, 09:17 - Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 16:46


E’ una bambina di 15 mesi di Pescara l’unico caso abruzzese fino ad oggi accertato di epatite e segnalato al ministero della Salute, le cui condizioni, fortunatamente, stanno già migliorando tant’è che dopo il ricovero è stata dimessa e da qualche giorno è tornata a casa. Dopo che dal Ministero è stata attivata la sorveglianza e il sistema di monitoraggio per raccogliere i dati sui casi pediatrici di epatite a eziologia sconosciuta in seguito all’allarme scattato in altri Paesi europei, tutte le Regioni hanno iniziato a segnalare anche i casi sospetti. Dagli ospedali abruzzesi confermano che al momento «non c’è un aumento del numero delle epatiti tra i bambini anche se è utile tenere alta la guardia».

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La bimba di 15 mesi aveva la febbre quando è stata portata in ospedale per un’infiammazione alle vie respiratorie, dopodiché è risultata positiva al Covid-19. Lo scorso 16 aprile c’è stato un aumento delle transaminasi, il cui valore è andato oltre il livello limite dato come allerta dalle autorità sanitarie il 19. A quel punto in ospedale sono scattati gli ulteriori accertamenti sui marcatori per l’epatite che hanno poi dato la conferma. «Nei giorni successivi – come spiega il primario della Pediatria di Pescara, Maurizio Aricò – le transaminasi sono rientrate nei valori spontaneamente e si sono quasi normalizzate».

La bimba, infatti, «una principessa meravigliosa». come la descrive Aricò, è potuta quindi tornare a casa in attesa della visita di controllo. «La stragrande maggioranza di questi bambini sta bene – spiega il primario -. E’ importante capire cosa sta succedendo. L’attenzione non deve essere scambiata per panico o allarmismo».

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 In questo momento nei casi accertati di epatite acuta pediatrica di origine sconosciuta la ricerca si sta concentrando sulle cause eziologiche anche perché, come spiegano gli stessi ricercatori abruzzesi, «pure prima che il Ministero attivasse la sorveglianza e il sistema di monitoraggio in ospedale abbiamo avuto bambini con l’epatite, ma non venivano segnalati poiché nella maggior parte dei casi l’evoluzione delle epatiti pediatriche è benigna». Tra l’altro ad oggi non esiste ancora una statistica che dimostri l’aumento dei casi e questo spinge i medici alla massima cautela. Pure nel teramano, prima di Pasqua, circa tre settimana fa, c’era stato un altro caso sospetto a Sant’Omero, ma in quel momento dal Ministero non era stata ancora emanata la circolare che prevedeva la segnalazione. Il numero maggiore di segnalazioni per adesso arriva dal Regno Unito, successivamente ce ne sono state anche in altri paesi, Italia compresa. Si parla, però, di 169 casi in tutto il mondo (secondo dati aggiornati al 21 aprile). In 17 casi (circa il 10 per cento di quelli individuati), l’epatite acuta di origine sconosciuta ha richiesto trapianti (non si conoscono però le eventuali patologie dei piccoli pazienti). L’Oms ha scritto comunque che «non è chiaro se c’è stato un aumento dei casi di epatite o un aumento nell’attenzione verso casi di epatite». 

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