Abruzzo, emergenza meningite: una morta e un paziente grave

L'ospedale di Pescara
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Sabato 13 Maggio 2017, 11:11
Uccisa a 51 anni dalla meningite. Una donna di Nocciano, Gina Pace, è morta all’ospedale di Chieti per una forma pneumococcica non contagiosa. Un giovane di 29 anni, residente a Città Sant’Angelo, è invece ricoverato in prognosi riservata, a Pescara, per lo stesso motivo: per i medici non sarebbe in pericolo di vita. In Abruzzo torna la paura da meningite, ma fortunatamente negli ultimi due casi non si è trattato di patologie infettive. «Non c’è alcun rischio per la collettività», ripetono gli esperti.
Nella notte tra mercoledì e giovedì Gina Pace è arrivata al Santissima Annunziata dal pronto soccorso di Pescara, dove le erano state prestate le prime cure. L’assenza di posti letto al Santo Spirito ha spinto il personale sanitario a disporre il trasferimento nel reparto di Malattie infettive teatino. Qui i medici hanno compreso fin da subito la gravità della situazione. La donna presentava sintomi riconducibili alla meningite: malessere generale, febbre alta, rigidità alla nuca, forte mal di testa. Già nella mattinata di giovedì, considerando il quadro clinico sempre più preoccupante, la Pace è stata trasferita nel reparto di Rianimazione. Qui è stata stabilizzata e sottoposta, come prevede la procedura, a puntura lombare. Dopo l’esame del liquor i medici hanno diagnosticato una meningite da pneumococco. Si tratta di una malattia che non prevede profilassi antibiotica per chi è entrato a contatto con la malata. Gli esami hanno dunque permesso di escludere in modo categorico il rischio di contagio o altri pericoli per la collettività. Ieri mattina le condizioni della Pace si sono ulteriormente aggravate e, intorno ad ora di pranzo, il suo cuore ha smesso di battere. Spiega Jacopo Vecchiet, primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Chieti e docente universitario alla d’Annunzio: «Lo pneumococco è un germe che vive nel nostro organismo senza essere aggressivo: può riattivarsi e diventare particolarmente pericoloso per un deficit del sistema immunitario, oppure può emergere a seguito di un’infezione». E ancora: «Lo pneumococco non causa solo meningiti ma anche polmoniti e otiti. Nel momento in cui questo batterio supera la barriera emato-encefalica, ovvero la membrana che protegge l’encefalo, può causare una infezione delle meningiti. Essa porta a una serie di manifestazioni cliniche, accompagnate quasi sempre dalla febbre: dal mal di testa alla nausea, fino al vomito e all’irrigidimento del collo. Tra gli altri sintomi, possono comparire anche le convulsioni o la fotofobia, ovvero il fastidio che il paziente prova quando è esposto alla luce». Nei giorni scorsi in Abruzzo si è registrato un altro caso di meningite pneumococcica: un 29enne è ricoverato nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Pescara, diretto da Giustino Parruti. I medici non hanno ancora sciolto la prognosi, ma il giovane - dopo alcuni giorni in Rianimazione - sarebbe fuori pericolo. Prima di ieri l’ultimo decesso nella nostra regione a causa della meningite risaliva allo scorso 6 febbraio, quando una 51enne di Morino (L’Aquila) era stata stroncata dalla malattia, anche in quel caso contratta in una forma non infettiva. La donna è morta dopo un mese di agonia nel reparto di Rianimazione di Chieti, dove era stata trasferita per la mancanza di posti letto negli ospedali della Marsica.
Gianluca Lettieri
 
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