Centenari, l'elisir di lunga vita: colazione salata e 17 ore di digiuno

L'elisir di lunga vita: colazione salata e 17 ore di digiuno
di Teodora Poeta
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Martedì 4 Ottobre 2022, 08:10

Il segreto della longevità è fare una colazione salata e 17 ore di digiuno. E’ quanto emerso da uno studio elaborato nella facoltà di Bioscienze dell’Università di Teramo sui centenari in Abruzzo. Con questi ritmi di alimentazione si favorisce un basso stress infiammatorio notturno, in linea con i ritmi circadiani del sonno.

La ricerca è stata presentata al XX congresso della società italiana di scienze dell’alimentazione (Sisa) che si è tenuto a Roma all’Università La Sapienza. A quanto pare fare una colazione salata la mattina presto, intorno alle 6.30, un pranzo abbondante alle 12.30 e poi una cena leggera alle 18.30 con un “salto” tra l’ultimo pasto e il pranzo del giorno dopo di almeno 17 ore è il segreto della longevità in Abruzzo dove, su 151 Comuni localizzati principalmente nelle aree interne a ridosso dei Parchi, risiedono 503 centenari e 18mila nonagenari (dati Istat). «Anzitutto, vi sono delle affinità con la maggior parte degli studi sui centenari, legati a due aspetti fondamentali della longevità, ossia l’attività fisica costante e una dieta sana, con elevato consumo di prodotti di origine vegetale (frutta, verdura, legumi, cereali), con la particolarità dell’assenza quasi totale di dolci – ha spiegato Mauro Serafini, professore ordinario di alimentazione e nutrizione umana all’Università di Teramo, consigliere Sisa nonché responsabile dello studio -.

L’aspetto nuovo che emerge nel 93% dei nonagenari e nell’82% dei centenari è di aver seguito una tradizione alimentare tipica dell’Abruzzo, lo “sdijuno”, che in dialetto significa “stappa digiuno”: una colazione salata di circa 300 calorie, fatta verso le 6.30».

«A seguire – ha ricordato ancora Serafini - alle 12.30 c’era un pranzo abbondante con cibi come polenta, legumi, carne, pasta fatta in casa, e intorno alle 18.30, cena a base di verdure, minestre, uova, formaggi. Con questi ritmi si favorisce un basso stress infiammatorio notturno, in linea con i ritmi circadiani che vedono rallentare il nostro metabolismo nelle ore serali». La dimostrazione scientifica che con lo “sdijuno” si può vivere più a lungo se associato ad una corretta alimentazione. L’obiettivo è quello di "riuscire a proporre suggerimenti nutrizionali legati alla crononutrizione per aiutare la popolazione a ridurre l’impatto dell’obesità e delle patologie correlate e contemporaneamente contribuire alla longevità", ha sottolineato sempre Serafini. E chissà che davvero nei prossimi anni non ci si riesca grazie a questo prezioso studio elaborato all’Università di Teramo i cui risultati ora sono a disposizione di tutti. 

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