«Da d'Annunzio a oggi»: il racconto del Novecento nel diario virale di nonna Elena

«Da d'Annunzio a oggi»: il racconto del Novecento nel diario virale di nonna Elena
di Mila Cantagallo
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Mercoledì 17 Febbraio 2021, 11:06

Divisa tra le attività di video influencer e di redattrice di un diario personale in cui annota notizie, eventi e riflessioni. All’invidiabile età di 104 anni, Elena Mastrocinque, di Pescara, non ha tempo di annoiarsi. Lucida, arguta, ironica, costantemente informata su ciò che avviene nel mondo, diffonde le sue opinioni attraverso filmati che ottengono milioni di visualizzazioni. Discendente di Caterina d’Avalos marchesa di Pescara, è figlia di un medico che curò Gabriele d’Annunzio. I ringraziamenti del Vate sono scritti in una lettera che la nonnina custodisce gelosamente insieme alla laurea conseguita “In nome di Vittorio Emanuele III, re d’Italia e di Albania, Imperatore d’Etiopia”.

La sua prima volta in una scuola è stata a Napoli, città di origine della famiglia: «Vinsi il concorso alle elementari - racconta- ero l’ultima in graduatoria perché non ero vedova, né orfana. Ho insegnato anche alle medie e alla scuola degli operai, che mi accompagnavano la sera fino a casa perché le lezioni finivano tardi». L’esperienza in cattedra è uno degli argomenti spesso annotati sul suo diario personale: «Ai miei tempi tutti avevano un grande rispetto degli insegnanti - osserva - vedo che ora non è lo stesso, mi riferiscono addirittura di genitori arrabbiati che minacciano denunce». Con nonna Elena c’è un secolo di cui parlare, si salta da un argomento all’altro incalzati dalla curiosità e dalla verve di questa elegante signora che non rinuncia mai alla messa in piega ed al filo di perle. «Alla memoria del nostro ospitaletto da campo 119» scrive d’Annunzio in una lettera ingiallita datata 1919: «Mio padre a quell’epoca era un medico oculista militare - spiega - quando il poeta cadde con l’idrovolante a Grado, subì il distacco della retina, papà lo curò e lui lo ringraziò con questo biglietto e una foto». Con la stessa fluidità con cui racconta il passato, Elena Mastrocinque discute di problemi di attualità. Nel video postato lo scorso aprile, in pieno lockdown, l’ultracentenaria si interroga: «Tanta incertezza mi confonde, politici ma soprattutto virologi, dicono e si contraddicono. Questa mancanza di sicurezza alimenta il numero dei negazionisti. E poi ci sono lentezze nel risarcire i commercianti, gli imprenditori che non stanno lavorando. Io sono vecchia, ma la burocrazia italiana lo è molto più».


Moglie dell’amato Renato, cassiere del Banco di Napoli, madre di Bruno e Paolo, la signora Mastrocinque ha due nipoti, con i quali si confronta quotidianamente su tutto. A loro ed ai giovani non ha ricette di longevità da trasmettere: «Non ho mai fatto nulla di particolare per arrivare alla mia età, ho sempre assunto pochi medicinali, da ragazza ho dormito anche per terra e mangiato le bucce di patate perché, con due case e lo studio di mio padre distrutti dai bombardamenti, non c’era altro. L’unico consiglio che mi sento di dare è quello di condurre una vita normale, senza eccessi». Grata di aver superato il secolo, nonna Elena confessa di avere un po’ di nostalgia. «Mi dispiace di non poter fare tutto ciò che facevo una volta ma non mi annoio. Leggo, faccio le parole crociate, seguo i telegiornali, ascolto musica e riempio intere pagine del mio diario. Scrivo le parole del Papa, i discorsi dei politici, riporto le chiacchierate con gli amici che vengono a trovarmi».

Saggezza e capacità di guardare con ottimismo al futuro, oltre la pandemia: «Nella storia le catastrofi non sono mai mancate - dice lei - chi come me ha vissuto due guerre e i cicli di tante malattie può ben dirlo. Però, dopo la gente è sempre tornata a sorridere».

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