Per padre e figlio, invece, non c’è stato niente da fare: Francesco (ottantotto anni) e Antonio (cinquantanove anni) Sciullo, sono infatti morti sul colpo a seguito di un impatto che è stato violentissimo e che ha accartocciato su se stessa la Fiat Punto nella quale viaggiavano e che era condotta da Antonio, operaio alla Magneti Marelli, considerato da tutti i colleghi "un gran lavoratore e una persona onesta". Cosa sia esattamente accaduto al chilometro 107 l’altra sera, poco dopo le 20, non è ancora chiaro: se si sia trattato di un guasto meccanico (forse l’esplosione di una gomma), o di un sorpasso azzardato o ancora di una distrazione dovuta anche allo stato di ebrezza nel quale era l’autista della jeep.
Sull’asfalto a oltre dieci metri da dove sono stati ritrovati i mezzi si è notato uno specie di buca, come se un cerchione avesse scavato. Sta di fatto che l’auto guidata da F.C. ha invaso improvvisamente la corsia opposta andandosi a scontrare frontalmente con la Fiat Punto che viaggiava in direzione Sulmona. I segni di frenata sono pochi sull’asfalto e sembra quasi che l’impatto non sia stato attutito da rallentamenti: per staccare le due auto che tra loro sembravano quasi fuse, l’altra notte, i vigili del fuoco hanno faticato non poco, dopo aver con altrettanta difficoltà estratto dalle lamiere le due povere vittime. Per capire qualcosa in più si attende che l’autista della jeep si riprenda e venga ascoltato dagli inquirenti. Intanto oggi stesso è probabile che il sostituto procuratore della Repubblica, Aura Scarsella, titolare dell’inchiesta, disponga l’autopsia sui corpi dei due Sciullo: padre e figlio ammazzati lungo la strada del ritorno a casa da un ubriaco al volante. In una sabato sera prima della festa.
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