Dino Gavioli: «Edificio in regola, con l'architetto Olivieri mai preso un caffè»

Dino Gavioli: «Edificio in regola, con l'architetto Olivieri mai preso un caffè»
di Francesco Marcozzi
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Domenica 11 Aprile 2021, 08:50 - Ultimo aggiornamento: 08:51

Undici anni di battaglia giudiziaria, undici anni a sostenere di stare nel giusto. E la Cassazione che l’altro ieri lo ha assolto anche se per intercorsa prescrizione. Per la prima volta parla il costruttore di Montorio, Dino Gavioli, settant’anni, e lo fa  dopo la sentenza che ha prescritto i reati a lui attribuiti e al coimputato, l’ex capo dell’Ufficio tecnico del Comune di Giulianova, architetto Roberto Olivieri, per la costruzione di “palazzo Gavioli”, bloccato dal 2010 dalla Procura di Teramo per abuso edilizio.

Il costruttore taglia corto: «In 50 anni di attività non ho avuto nessun tipo di problema con la giustizia, con gli enti e con i clienti, è l’unico caso e sto qui a ribadire che l’edificio è in regola, che le misurazioni furono sbagliate, per quanto riguarda la misurazione delle distanze dal condominio Tritone, che inviò gli esposti alla Procura». Ma c’è chi sostiene il contrario. Ieri in una nota l’avvocato del condominio Tritone, Gennaro Lettieri, che presentò l’esposto, mette in rilievo «la frequenza dei rapporti intercorsi fra gli imputati allo scopo costantemente perseguito da Roberto Olivieri di favorire Dino Gavioli» e parla anche «di presenza costante del Gavioli all’interno del Comune di Giulianova, circostanze tutte legate al rilascio dei vari permessi a costruire, tutti parimenti illegittimi».


«Il primo permesso di costruzione – ribatte Gavioli- mi venne rilasciato dopo sei mesi dalla presentazione del progetto e la variante addirittura dopo dieci, se avessi avuto rapporti privilegiati con Olivieri le cose sarebbero andate diversamente. Posso affermare che con Olivieri non ho mai preso un caffè».


Non basta, l’avvocato di parte civile sostiene che «a questo punto il Comune di Giulianova, costituitosi parte civile nel processo, non potrà che assumere tutti i provvedimenti amministrativi necessari per rimuovere l’abuso edilizio che tuttora deturpa il lungomare della città». «Sembra incredibile che si possa fare un’affermazione del genere - dice il costruttore - tenuto conto che il problema della confisca dell’immobile sarà materia della Corte d’Appello di Perugia». E ieri lo stesso sindaco Jwan Costantini ha puntualizzato che «noi aspettiamo la conclusione dell’iter processuale con quello che deciderà Perugia».

Poi Gavioli, che attualmente con la società “ Gavioli e restauri” sta effettuando lavori di restauro all’interno del Quirinale «come facciamo in tutta Italia», mette in risalto l’altro aspetto della vicenda e cioè che «ha ripreso pieno vigore l’ordinanza di demolizione che il Comune di Giulianova aveva ingiunto nel 2011 al Condominio Tritone (che aveva presentato l’esposto da cui è scaturito il processo penale a carico di Gavioli) e sulla quale si è pronunciato il Consiglio di Stato con sentenza del novembre 2019 confermandone la validità in ragione delle totali e gravi difformità urbanistico-edilizie dell’intero fabbricato Tritone rispetto ai titoli edilizi al tempo rilasciati. Gravità di recente ribadita dallo stesso Comune che, dopo aver respinto la istanza di fiscalizzazione presentata dal Condominio nel tentativo di sottrarsi alla demolizione, in mancanza della relativa ottemperanza, dovrebbe essere in procinto di avviare la demolizione d’ufficio previa applicazione delle correlate sanzioni amministrative ed acquisizione al patrimonio comunale. Sarà dunque la Corte d’Appello di Perugia a valutare anche se e come l’intervento assentito alla impresa Gavioli possa aver procurato pregiudizi rispetto ai proprietari del confinante fabbricato Tritone seppure ormai riconosciuto del tutto abusivo».
 

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