Detenuto muore in carcere per infarto, la famiglia: «Non è stato curato»

Detenuto muore in carcere per infarto, la famiglia: «Non è stato curato»
di Patrizio Iavarone
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Martedì 20 Dicembre 2022, 08:32

Ad ucciderlo è stato un malore, un infarto che lo ha colto venerdì mattina nel carcere di Sulmona dove stava scontando, dopo 14 anni di reclusione, gli ultimi scampoli della sua pena detentiva, con fine pena nel 2026, ma con la prospettiva di uscire per buona condotta già nel 2023. Pietro Guccione, 62 anni, di origini siciliane, però, la libertà non l'ha più riassaporata: il suo cuore non ha retto dopo, sostengono i familiari, «tre giorni di inutili allarmi lanciati al personale medico del carcere» che, sostengono sempre i familiari, avrebbero «ignorato i suoi sintomi», riconducibili ad un principio di infarto o di ictus.

«Non un elettrocardiogramma, né una visita specialistica denuncia la nuora dell'uomo per tre giorni si è recato in infermeria e nonostante la pressione a 200, non lo hanno voluto trasferire in ospedale». Sul caso, ora, dopo la denuncia che la famiglia ha presentato alla polizia siciliana, la procura di Sulmona ha aperto un fascicolo, disponendo l'autopsia sul corpo e ipotizzando contro ignoti il reato di omissione di soccorso. «Ma c'è di più aggiunge l'avvocata Fabiana Gubitoso, che cura gli interessi della vittima la comunicazione alla famiglia è arrivata per il tramite di un compagno di cella del mio cliente e bisogna anche verificare modi e tempi della sua morte.

Chiederemo l'acquisizione di tutta la cartella clinica per capire se ci sono state omissioni».

La versione data dai detenuti alla famiglia e quella ufficiale del carcere, infatti, divergerebbero in alcuni punti: secondo l'istituto di pena l'uomo si sarebbe accasciato improvvisamente a terra mentre era seduto con altri detenuti, secondo il racconto della famiglia, invece, Guiccione sarebbe stato portato in infermeria, per non fare più rientro in cella.
 

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