Depuratore di Scoppito, gli indagati restano tre

Nella foto provvedimento sequestro depuratore da parte della Procura della Repubblica
di Marcello Ianni
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Giovedì 5 Novembre 2020, 14:54

L'AQUILA - Svolta nell’inchiesta penale sul depuratore di Scoppito finito sotto sequestro per un presunto grave caso di inquinamento ambientale colposo in concorso.

A rischiare il processo a gennaio solo tre degli iniziali 12 indagati. Si tratta di Alfonso Corneli, Aurelio Melaragni e Alessandra Marono, responsabile della società addetta alla gestione dell’impianto, direttore e responsabile del servizio depurazione della Gran Sasso Acqua.

Fuori dall’inchiesta il sindaco di Scoppito, Marco Giusti, Americo Di Benedetto, Fabrizio Ajraldi, questi ultimi due nelle vesti di rappresentanti della Gsa che si sono attivati per la risoluzione del problema.

Sandrina Masciola, (funzionario della Regione) Giancarlo Misantoni, Domenico Longhi e Sabrina Di Giuseppe, dirigenti del Dipartimento di protezione civile, sono stati ritenuti estranei in quanto i loro avvocati di fiducia,  Antonio e Francesco Valentini, carte alla mano, hanno dimostrato come gli enti di appartenenza non si occupano più della manutenzione.

Fuori dall’inchiesta anche Stefano Pacitti e Mario Di Gregorio, dell’Ufficio Tecnico Gsa: troppo brevi i loro incarichi.

Gli indagati che rischiano il processo sono assistiti dagli avvocati Stefano Rossi, Ascenzo Lucantonio e Gregorio Equizi, quelli usciti dall’inchiesta dai legali, Massimo Manieri, Rodolfo Ludovici, Roberto Madama, Fabio Alessandroni e Francesco Camerini.

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