Di fatto sono state «ignorate le proposte elaborate e presentate dal coordinamento su richiesta dell’assessore, proposte mirate al supporto emergenziale per tutte le figure professionali, sia quelle organizzate in compagnie, cooperative, associazioni ed altre, sia per le persone fisiche, nel rispetto di parametri contributivi e sulla scorta di documentazione comprovante l’effettivo status di lavoratori dello spettacolo».
La Regione, all’interno del provvedimento denominato “Cura Abruzzo 2” pubblica un ristoro economico e la parola “ristoro” la dice lunga, che darebbe priorità a tutte quelle strutture già tutelate dal fondo unico per lo spettacolo – Fus.
Illusi e abbandonati, ultimi a ripartire in un periodo che solitamente vede la chiusura delle stagioni teatrali e delle manifestazioni culturali e la ripartenza risulterebbe difficile, anche ipotizzando spettacoli all’aperto, per via delle restrizioni e protocolli sanitari non sempre di facile attuazione.
Tale scelta- prosegue la nota- «che penalizza fortemente il settore del teatro indipendente abruzzese già provato dallo stato di emergenza di questi ultimi mesi che vede, censite all’interno del coordinamento, quarantasette realtà regionali con cifre che parlano di oltre 254 mila euro di perdite che equivalgono ad un numero ancora più alto, considerando le realtà non censite e danni incalcolabili sull’indotto».
Il settore teatrale sta attraversando una crisi profonda e senza precedenti e questo stato di emergenza spinge il coordinamento dei lavoratori a chiedere urgentemente un nuovo incontro con la Regione che abbia «come interlocutori l’assessore Mauro Febbo e il dirigente Giancarlo Zappacosta al fine di riconoscere il Coordinamento come interlocutore principale delle tante realtà e dei lavoratori che si sono uniti e di un auspicabile coinvolgimento nelle decisioni che riguardano il loro lavoro e quindi la sopravvivenza del settore teatrale regionale dello spettacolo dal vivo, delle attività di formazione, produzione e di teatro nel sociale. Ci auguriamo che il nostro appello non resti inascoltato e confidiamo, ancora una volta, nella disponibilità mostrata in prima istanza dall’Assessore per trovare soluzioni giuste ed efficaci che rispettino i criteri di professionalità, che riconoscano dignità a tutta quell’enorme mole di lavoro indipendente che nutre il tessuto culturale della nostra Regione, senza il quale sarebbe certamente più povera non soltanto a livello culturale ma, inevitabilmente, anche a livello economico».
Sabrina Giangrande
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