Teramo, il no-vax che ha rischiato la vita per il Covid: «Ho avuto fortuna e ora aspetto il vaccino»

Dalle bisbocce al contagio, no-vax si converte: «Ma l'ho pagata cara»
di Daniela Facciolini
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Lunedì 17 Maggio 2021, 08:23 - Ultimo aggiornamento: 18 Maggio, 10:35

TERAMO Non sarà la mascherina a salvarci la vita. O forse sì. Alessandro Orsetti, 45enne, teramano, era una sorta di negazionista del Covid, uno di quelli che non credeva nella pericolosità del Coronavirus. Tutta una bufala? Sì. Un complotto del nuovo ordine mondiale? Quasi. Orsetti preferiva seguire taluni canali dei social ai telegiornali, fin quando non si è ammalato ed è stato ricoverato all’Ospedale Mazzini. Dal quel momento ha subito una “conversione”.

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Ex responsabile di sala presso un hotel, ai Prati di Tivo, da circa un anno, causa pandemia e problemi familiari, non lavorava. «Vivevo e vivo con i miei genitori - racconta Orsetti -. Mio padre è allettato da oltre due anni e in diverse occasioni non ho utilizzato i dispositivi di protezione, nemmeno con lui. Uscivo con gli amici tutti i giorni, facevo bisbocce ovunque senza indossare la mascherina. Per me, il virus, era poco più che una banale influenza.

Quando ascoltavo e guardavo le notizie nei telegiornali pensavo che stessero esagerando».

Fino a quando... da un giorno all’altro, Orsetti si è ritrovato positivo al Covid 19. «Non pensavo che il virus potesse sfiorarmi: io, un uomo di 45 anni, giovane, grande e grosso, di oltre 100 chilogrammi. Mi sentivo troppo forte per potermi ammalare, e invece...», Alessandro scopre di esserlo il 16 aprile. «All’inizio ho avuto qualche sintomo di febbre e pensavo decisamente ad un raffreddamento o ad un’influenza ma passavano i giorni e la febbre non andava via. In uno di quei giorni, mentre ero in cucina, ebbi quasi uno svenimento, cadendo a terra, di peso. Il virus mi era esploso dentro, all’improvviso. Per fortuna mia madre era in casa e chiamò i soccorsi».


Il 45enne è rimasto circa un mese in Ospedale, ricoverato nel terzo lotto Covid, ovviamente intubato. «Non respiravo più e mi hanno dovuto fare un lavaggio polmonare attraverso sei punture ed altri tipi di terapie. I medici sono stati fantastici; ho avuto fortuna». Fervente no-vax, ora attende di potersi vaccinare.
 

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