Covid, Stuppia: «Abruzzo sul plateau, ma quantità di contagi mostruosa»

Covid, Stuppia: «Abruzzo sul plateau, ma quantità di contagi mostruosa»
di Alessia Centi Pizzutilli
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Domenica 30 Gennaio 2022, 08:59

L’AQUILA La situazione pandemica resta stabile in Abruzzo, regione che dopo aver raggiunto il picco nelle scorse settimane si conferma nella fase di plateau. Restano stabili i ricoveri: il tasso di occupazione dei posti letto Covid in terapia intensiva è pari al 20,4% e in area medica è del 31,4%. Si registrano però altri cinque decessi nelle ultime ore: un uomo di 74 anni di Chieti, un 77enne dell’Aquila, un 80enne di Collarmele e una 96enne di Pescara, mentre una vittima è residente fuori regione.

Proprio a causa della situazione epidemiologica, secondo quanto riportato nell’ultimo monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità, la Regione Abruzzo «non è in grado di fornire i dati relativi ai focolai regionali» e per questo è stata classificata ad alto rischio Covid. «Non è come ci viene contestato, ossia che non sono state inserite le risposte dei positivi e dei negativi - spiega l'assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì - Ci tengo anche a precisare che non vanno ad influire sulla definizione del colore non avendo una incidenza notevole in quanto dati clinici che si riferiscono alla sintomatologia del paziente».

La variante Omicron ha innescato una nuova fase della pandemia, caratterizzata da un aumento esponenziale dei positivi e adesso, con l’arrivo della sottovariante "2", torna a crescere la preoccupazione. Al momento non c’è traccia in Abruzzo della Omicron 2, come confermano Nicola D’Alterio, direttore dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Teramo, e Liborio Stuppia, direttore dei laboratori di Genetica molecolare-Test Covid dell'università di Chieti. Nel dettaglio la differenza principale tra la Omicron e la sua sottovariante è che la Omicron 2 ha quasi tutte le mutazioni della “sorella maggiore”, ma non tutte: «La omicron 1 ha oltre 50 mutazioni, la 2 non ne ha alcune, una di questa per esempio è quella comune con la variante Alfa».

La nuova variante è stata da poco isolata anche in Italia e dunque per capire gli effetti bisogna guardare ad altri Stati: «Nel Nord Europa si è diffusa abbastanza, però diciamo che il grande aumento dei contagi è comunque letto alla Omicron 1, la 2 non sembra essere quindi la responsabile dell’impennata», spiega Stuppia.

Sulla situazione in Abruzzo, l’esperto ha descritto un quadro ancora in chiaroscuro: «Il dato positivo è che il picco in salita si è fermato, ma di contro bisogna sottolineare che, essendo un plateau con una quantità di contagi mostruosa, continuiamo ad avere numeri molto alti: ci vorrà tempo per iniziare a vedere una discesa - aggiunge - Analizzando il quadro, possiamo dire che il plateau lo abbiamo raggiunto, il picco dovrebbe scendere, la Delta è quasi sparita del tutto in Abruzzo, e questa è una buona notizia perché è più aggressiva della Omicron, poi andiamo incontro pian piano alla bella stagione e nel giro di qualche mese la situazione dovrebbe migliorare notevolmente».

Una fotografia che ricalca quella scattata già l’anno scorso, ma questa volta ci sarebbe una speranza in più: «Anche se dovessero riprendere a crescere le infezioni il prossimo inverno, la forma dovrebbe essere meno aggressiva. Un punto importante è che la Omicron è così avvantaggiata sulle altre che diventa difficile che esca fuori la combinazione di una variante più forte - conclude il professor Stuppia - È vero che questo virus ci sorprende sempre, ma la capacità di creare nuove varianti più infettive e aggressive dovrebbe andare comunque scemando». 

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