Natale, da Roccaraso a Ovindoli è grido d'allarme: «Non fermate lo sci, a rischio migliaia di lavoratori»

Natale, da Roccaraso a Ovindoli è grido d'allarme: «Non fermate lo sci, a rischio migliaia di lavoratori»
di Sonia Paglia
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Lunedì 16 Novembre 2020, 17:56 - Ultimo aggiornamento: 19:15

L’incertezza sulla riapertura delle stazioni sciistiche abruzzesi, confinate nella zona rossa, a causa della pandemia da coronavirus, non scoraggia di certo i titolari degli impianti. Roccaraso è già lanciata per affrontare la stagione invernale, con un impiego di risorse, tra collaudi e revisioni, che raggiungono in questa prima fase, oltre 800mila euro. Tra il 21 e il 22 novembre sono previste precipitazioni nevose. E in tutto ciò, si è ancora in attesa di conoscere il protocollo da adottare, in termini di sicurezza, circa l’utilizzo degli impianti da parte di famiglie, appassionati e sportivi. «Abbiamo già iniziato ad attaccare i cannoni per l’innevamento programmato - afferma Mauro Del Castello, proprietario della stazione Monte Pratello - Siamo fiduciosi di non perdere il Natale, altrimenti sarebbe un vero disastro. Gli impianti sono pronti. Abbiamo fatto due investimenti di 8 milioni di euro. Poi collaudi, manutenzioni per 700 mila euro, più il primo carico dell’acqua, con 120 mila euro e carburante. Ma ancora non conosciamo il protocollo, che è di competenza nazionale e regionale e che dovrebbe fornirci delle linee guida da attuare. Per ora ci sono soltanto delle bozze».

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Michele Casale, della società Alta Quota, che gestisce Monte Coste delle Vitelle di Pescasseroli, parla di situazione pericolosa per tutta l’economia del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, qualora l’indotto neve non ripartisse. Auspica che l’istituzione della zona rossa, da mercoledì in Abruzzo, possa riuscire a contenere i contagi, per poi ripartire con le festività natalizie. «Tutto l’indotto turistico ruota intorno allo sci - dichiara Michele Casale - l’Abruzzo viene da un periodo già buio in termini di neve. Parliamo della stagione 2019-2020. Si è lavorato, quel poco, grazie all’innevamento programmato. Sui nostri impianti lavorano circa 700 persone, che resterebbero senza lavoro».

Giancarlo Bartolotti, presidente di Monte Magnola Impianti di Ovindoli, chiede di unire le forze per contestare i ritardi del protocollo. Tuttavia si dice ottimista circa la ripartenza, perché come lui stesso afferma «aspettiamo 8 mesi per lavorare tre, investendo oltre 200 mila euro. E poi, già veniamo da una precedente stagione critica. Non aprire gli impianti quest’anno, significa bloccare l’economia di 54 famiglie». Bartolotti ha messo in atto tutte le misure necessarie per sciare in sicurezza. «I nostri impianti - continua il presidente di Monte Magnola - hanno una tecnologia all’avanguardia. Ci siamo organizzati con le regole di sanificazioni, distanziamento sociale, biglietterie automatiche. Di certo il Covid-19 limiterà la clientela, ma abbiamo la grossa fortuna della vicinanza con Roma, che sceglierà l’Abruzzo e non Alpi e Dolomiti. Siamo anche in ritardo con la campagna pubblicitaria che doveva partire in estate, con la prevendita dei biglietti, da luglio in avanti. Ora prolungata, fino alla fine di novembre. Il vicepresidente, Emanuele Imprudente, si è messo a disposizione, ed ha parlato anche di un ristoro da parte della Regione Abruzzo.

Vedremo». 

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