Pescara calcio, Luca Clemenza: ho amici contagiati, ora battiamo il virus

Pescara calcio, Luca Clemenza: ora battiamo il virus
di Orlando D'Angelo
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Domenica 15 Marzo 2020, 10:15 - Ultimo aggiornamento: 10:17
«Bisogna rimanere a casa il più possibile, dobbiamo evitare ogni tipo di rischio. Altrimenti non elimineremo mai il Covid-19». L’appello è del trequartista del Pescara Luca Clemenza, 23 anni da compiere, origine lombarde ma veneto d’adozione, arrivato lo scorso gennaio in riva all’Adriatico e ora, come tutti, fermo in casa in attesa che l’Italia superi questa grave emergenza sanitaria e che lui smaltisca una brutta distorsione a una caviglia subita nell’ultima partita di Benevento.
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«Il calcio rende divisi attraverso il tifo, ora invece è importantissimo essere uniti perché tutti insieme formiamo una squadra imbattibile. L’augurio è che finisca tutto al più presto possibile», le parole del giocatore di proprietà della Juventus al portale Tuttojuve.com. Clemenza ha conosciuto molto da vicino il Coronavirus, che qualche settimana ha colpito proprio uno dei suoi ex compagni di squadra ai tempi della Primavera bianconera: l’attaccante emiliano King Udoh, oggi in forza alla Pianese. Uno dei primissimi casi nel mondo del calcio, passato quasi sotto silenzio, prima che il problema esplodesse con i contagi di Rugani, Gabbiadini e altri giocatori di Samp e Fiorentina. «A loro faccio i migliori auguri di pronta guarigione. Il mio ex compagno di squadra è riuscito a sconfiggere il virus, mi ha un po’ raccontato quel che ha avuto ed ora, dopo esser del tutto guarito, è tornato a vivere la vita di tutti i giorni. Anche i miei ex compagni della Juventus Under 23 hanno trascorso quattordici giorni a casa in quarantena, per fortuna stanno tutti bene», racconta ancora il centrocampista offensivo del Delfino, che ha per idolo Andrea Pirlo: «Quando ho potuto allenarmi con lui, non mi sembrava vero. Fare come lui e arretrare a fare il regista? Perché no, con Grosso in Primavera ho provato spesso».
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Tornando poi a parlare di calcio, Clemenza si dimostra ottimista e soddisfatto della sua scelta di approdare in biancazzurro qualche mese fa, nonostante la crisi di risultati che comincia a tramutarsi in crisi di classifica: «Fin dal primo giorno mi sono trovato veramente bene, ho legato molto con il gruppo. Ci sono tanti ragazzi giovani e quelli più grandi fanno sentir sempre la loro presenza – ha detto – Il loro supporto è quotidiano, questa a mio avviso è una bellissima cosa. Nonostante sia arrivato qualche risultato negativo, si respira sempre una bell’aria. La città mi ha colpito moltissimo, negli ultimi tempi ho trovato un po’ di spazio e speriamo di poter far meglio nel momento in cui dovessimo ritornare a calcare il terreno di gioco». ù
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La serie B, come tutto il calcio italiano e non solo, ferma e con poche certezze sulla possibilità di riprendere la stagione e portarla a conclusione. Al momento c’è poco spazio per la fantasia: se la crisi attuale non sarà superata per il prossimo 3 aprile, si rischia la fine anticipata del torneo. Se, invece, si dovesse tornare in campo, il numero 13 del Pescara ha le idee chiare sugli obiettivi da raggiungere: «Salvarci e di mantenere la categoria vista anche la classifica corta. Poi, perché no, provare a raggiungere i playoff in modo da potercela ulteriormente giocare. A livello personale, invece, vorrei offrire il mio contributo attraverso gol e assist», prosegue nella lunga intervista Clemenza, che finora con il Delfino è fermo a tre legni e nessun gol nelle partite in cui è stato chiamato in causa da Legrottaglie (6 presenze per 322’ complessivi). Un buon impatto con il Pescara, in un momento non facile. Le esperienze precedenti con Ascoli e Padova in B sono state fondamentali: «Sì, non mi sono trovato al buio. Mi ha aiutato tantissimo conoscere la categoria e adeguarmi, così, nuovamente a quella che è la realtà della serie B. Prima di Pescara, avevo già giocato una cinquantina di partite in questa categoria».
 
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