Ma a chi si riferisce Di Carlo? Alla sua azienda, quasi certamente e del resto lui ha esperienza della sua azienda. Ovviamente non fa nomi, non accusa sul web ed è comprensibile anche il perché: occorrerebbe per questo tutta una trafila legale. Ma poi aggiunge: «Al pari di altri lavoratori impegnati a garantire servizi pubblici essenziali noi dobbiamo fare responsabilmente la nostra parte con orgoglio gioia e slancio. Come sempre io starò in prima linea. Avanti tutta» Il riferimento alle recenti disposizioni di legge è chiaro specialmente per chi deve garantire la pulizia della città: «Si prevede l’obbligo di spostarsi meno possibile e solo per esigenze di lavoro, di salute e d’urgenza. Ricordo a tutti che la nostra azienda è concessionaria di servizio pubblico essenziale. La legge vieta l’abbandono o l’interruzione di un servizio pubblico essenziale come il nostro. Per tale ragione ora più che mai è necessario senso di collaborazione serietà professionale e senso del dovere. È necessario rispettare tutte le regole e le indicazioni finalizzate a minimizzare i contagi».
La pulizia della città in questo momento è particolarmente importante. C’è da aggiungere che la città ha raggiunto vertici di raccolta differenziata che in percentuale l’hanno portata a traguardi citati a livello nazionale. La Tekneko inoltre ora si è spostata anche nel Lazio ed è sbarcata su altre regioni d’Italia: Di Carlo è notoriamente un sincero ecologista. Insomma unisce professionalità e convincimenti profondi oltre a dare lavoro a tantissimi avezzanesi e marsicani. «E c’è da dire che la sua azienda pulisce la città - si legge ancora tra i commenti - e in questi giorni tenere pulito il capoluogo della Marsica non è cosa da poco. Chi non ha assistito in tv ai cinesi, che continuamente pulivano con getti d’acqua le loro città?» E ancora: «Non solo i cinesi ma anche in America e in Europa la pulizia della città dà sicurezza». E c’è chi ha recentemente postato: «Gli addetti girano con notevoli protezioni, si vede. Ma questo anche prima. Sono messi in condizione di lavorare tranquillamente. E allora?»
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