Coronavirus: laboratorio aquilano Dante Labs ottiene ok Lombardia, l'Abruzzo tentenna

La sede di Dante Labs
di Stefano Dascoli
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Lunedì 11 Maggio 2020, 08:12 - Ultimo aggiornamento: 18:55

L'AQUILA - La situazione rischia di assumere contorni paradossali. In piena “fase 2” dopo la chiusura totale provocata dall’epidemia di coronavirus, e dunque con la necessità preminente di dover fare tamponi quanto più possibile per scovare i nuovi casi positivi in maniera celere, la Lombardia, epicentro della crisi mondiale, si ha deciso di avvalersi di un laboratorio aquilano, ma l’Abruzzo rischia di non fare lo stesso.

Questioni di autorizzazioni che tardano ad arrivare e di un centro di riferimento europeo, quindi pronto e attrezzato su larga scala e per grandi numeri, che di fatto è ancora bloccato.
 


La vicenda riguarda Dante Labs, azienda nata nel 2016 da due giovani aquilani, Andrea Riposati e Mattia Capulli, che hanno maturato esperienza all’estero e che hanno deciso di rientrare in città, al Tecnopolo, per mettere su una struttura che già oggi si è imposta su scala mondiale per il sequenziamento del genoma umano, più banalmente le analisi del Dna che consentono di verificare la predisposizione alle patologie e, quindi, di individuare le cure mirate più adatte. Esplosa l’emergenza coronavirus, il centro ha dato la propria disponibilità alle istituzioni pubbliche per l’esecuzione dei tamponi per la ricerca del Covid-19, con una capacità al momento unica in Italia, cinquemila test al giorno estendibili a quarantamila in poco tempo.

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Tanto che, dopo l’annuncio, Regione Lombardia ha immediatamente attivato le sue strutture e, dopo averle testate con successo, ha deciso di avvalersene. Il tutto completato con un iter rapidissimo e privo di indugi. Degno, stavolta sì, della proverbiale efficienza nordica. E così in questi giorni arriveranno i primi campioni per iniziare immediatamente il lavoro che proseguirà nel corso dei prossimi mesi. In Abruzzo le cose vanno un po’ diversamente.

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Dopo l’annuncio ufficiale, che risale ormai al 20 aprile e che ha avuto eco in ambito internazionale (States compresi), Dante Labs ha investito ulteriormente in macchinari e strumentazioni, ha adeguato alle norme di sicurezza la struttura all’interno del Tecnopolo aquilano, ha preso i contatti con i fornitori stranieri per l’adeguamento dell’intero centro di ricerca per le esigenze legate alla battaglia contro il Covid-19.

Parallelamente sono state richieste e ottenute tutte le autorizzazioni necessarie sotto il profilo burocratico. Tutte, all’infuori di una: manca, infatti, il via libera finale, quello che è in capo alla Regione e in particolare al dipartimento Salute.

Al momento dall’azienda non arriva nessun commento ufficiale se non, come dice Andrea Riposati, la fiducia espressa nei confronti dell’ente affinché quanto prima la situazione possa essere sbloccata.

D’altronde oggi l’Abruzzo si trova scoperto proprio nella realtà aquilana che fino a questo momento si è appoggiata all’Istituto zooprofilattico di Teramo per l’esecuzione dei tamponi e, solo di recente, ha ottenuto l’autorizzazione del laboratorio ospedaliero, quello del San Salvatore, ma con un potenziale assai ridotto, di poche decine di tamponi al giorno e, in ogni caso, destinati alle urgenza sanitaria. Mentre Pescara, da par suo, si è accaparrata un macchinario da 2.400 tamponi al giorno.

Nel frattempo l’Asl aquilana è andata avanti con il progetto, fortemente caldeggiato dal direttore generale Roberto Testa, di potenziare lo stesso laboratorio ospedaliero, fino a un livello di biosicurezza 3, quello che serve per l’analisi dei campioni Covid. La progettazione esecutiva partirà presto, ma per i lavori serviranno alcuni mesi, forse 4-5.

Ragion per cui la stessa Asl, una volta appresa la disponibilità di Dante Labs, ha salutato la notizia con estremo favore. Il laboratorio potrebbe essere decisivo nello screening massivo e rapido che richiede la ”fase 2”. Ma ovviamente va messo in condizioni di poter iniziare il lavoro con celerità.

Anche perché nel frattempo numerose realtà in campo nazionale ed europeo hanno contattato Dante Labs, chiedendo la disponibilità a trasferire l’intero centro altrove, in contesti che potrebbero essere più stimolanti sotto il profilo della ricerca.

L’Abruzzo, insomma, rischia una doppia beffa: quella di non usufruire di una chance unica in Italia, come quella di effettuare migliaia di tamponi al giorno e addirittura quella di vedersi sfilare sotto il naso una vera eccellenza in questo ambito. Il tutto solo per inerzia o, peggio, per mancanza di volontà politica. 

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