Coronavirus, morto l'ex primario Cipriani: i medici hanno provato a salvarlo con il plasma iperimmune

Coronavirus, morto l'ex primario Cipriani: i medici hanno provato a salvarlo con il plasma iperimmune
di Patrizio Iavarone
3 Minuti di Lettura
Domenica 21 Febbraio 2021, 08:43 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 10:49

Si è spento ieri sera nella “sua” Rianimazione, quella che aveva diretto per anni come primario facente funzione fino alla sua pensione qualche anno fa: Giancarlo Cipriani, settantadue anni di Sulmona, si è arreso ieri ad una lunga battaglia contro una malattia a cui il Covid, a cui era risultato positivo in seguito probabilmente ad un suo ricovero all’ospedale di Pescara, ha dato il colpo di grazia. Inutilmente i suoi colleghi hanno cercato di proteggerlo e guarirlo dal virus, tentando anche la strada della terapia del plasma iperimmune. Il virus, però, ha avuto la meglio sul suo fisico già provato da malattie pregresse, consegnando alla Valle Peligna l’ennesima vittima.

Un virus che continua a preoccupare anche per la diffusione dei contagi, specie in alcuni centri: il caso più allarmante in Centro Abruzzo è ora in particolare quello di Ateleta dove in pochi giorni il numero dei positivi è schizzato a ventisei: gran parte se non tutti riconducibili ad una variante del virus, forse inglese a giudicare dalla velocità con cui si è trasmesso il contagio nel piccolo centro montano. Solo ieri, qui, sono stati sei i casi accertati (tutti in variante) dai tamponi molecolari fatti dalla Asl. Le mutazioni del virus, d’altronde, non mancano neanche in Valle Peligna: a Pratola, Raiano e a Sulmona, dove ieri, uno dei quattro casi accertati, è appunto una variante. La curva epidemiologica, a parte il caso di Ateleta, si mantiene comunque costante per il momento sul territorio: ieri tredici nuovi contagi in tutto, oltre ai sei di Ateleta e ai quattro di Sulmona, ci sono stati un caso a Roccacasale (reduce da una settimana, quella scorsa, allarmante) e due a Castel di Sangro, dove c’è molta apprensione anche per la vicinanza ad Ateleta.

Ieri nel capoluogo sangrino per questo è stato eseguito uno screening sulla popolazione: trecentocinquanta test antigenici, tutti negativi fortunatamente.

La vera sfida, oltre a limitare la diffusione del virus, è ora però quella del vaccino e il Centro Abruzzo non si è fatto trovare dovunque pronto. L’unico punto di vaccinazione attivo, da mercoledì scorso, è infatti quello di Pratola Peligna, dove nella ex sede del giudice di Pace sono state inoculate le dosi prima alle forze dell’ordine e, ieri, a cento insegnanti. Operazione che non è stata possibile a Sulmona e Castel di Sangro, dove i centri di vaccinazione non sono stati ancora allestiti. A Sulmona, in particolare, la sede è stata individuata solo un paio di giorni fa e per questo ci vorrà tempo prima che sia adeguatamente attrezzata per le operazioni di vaccino. Gli spazi assegnati sono quelli della palestra Serafini all’Incoronata che dovrebbero essere attivi non prima del primo marzo prossimo. A Castel di Sangro, invece, le vaccinazioni si faranno nella sede della Comunità montana che dovrebbe essere operativa entro il fine settimana. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA