Il virus “buono” nella città del paziente 1: dall'Olanda 300 pacchi alimentari

Lambert e Annalise Il virus buono che circola a Roseto: dall'Olanda 300 pacchi alimentari
di Rosalba Emiliozzi
3 Minuti di Lettura
Sabato 9 Maggio 2020, 11:02 - Ultimo aggiornamento: 16:09

Anche Lambert e Annalise, imprenditori olandesi, si sono fatti contagiare dal virus buono della solidarietà che sta prendendo le vesti di una pandemia a Roseto degli Abruzzi. I due coniungi olandesi, che amano passare le loro vacanze nella città abruzzese, hanno inviato un bonifico per 300 pacchi alimentari di prodotti freschi (carne e formaggi) dopo aver offerto cento pizze a sorpresa a persone chiuse in casa perché ammalate di Covid-19 o a famiglie in difficoltà a causa del coronavirus



Al virus cattivo Covid-19 risponde il virus buono dell'amicizia e della vicinanza.  «Lambert e Annalise, che hanno una grande azienda in Olanda (nella foto i due imprenditori con i dipendenti, ndr)  si sono lasciati contagiare dalla solidarietà, come tutti noi» dice Francesca Martinelli, 44 anni, ideatrice del gruppo Il vicinato di una volta, un po' il deus ex machina di questa operazione pandemica che vede «il bene crescere da altro bene». Così dopo le pizze a sorpresa offerte da tre pizzerie di Roseto, iniziativa che continua tutte le sere, i dipendenti dell'azienda Ecotel hanno deciso di donare delle ore del loro lavoro e la direzione dell'azienda ha raddoppiato, arrivando così a 4.000 euro messi a disposizione di chi è stato impoverito dall'emergenza coronavirus.

Poi una commerciante di abbigliamento di Roseto, Luisa Mocerino, ha messo uno stendino davanti al suo negozio (chiuso) con abiti che possono essere presi da chi ne ha bisogno. Luisa è lo specchio di questa città particolare sul mare Adriatico dove ogni angolo respira di umanità nonostante il Codiv-19 sia esploso in Abruzzo proprio qui, con il paziente numero 1 "importato", il bancario scappato da Brugherio e venuto a  Roseto a metà febbraio con la famiglia - moglie e due bambini - e risultato pochi giorni dopo positivo. Questo contagio generò tante polemiche, molti attacchi alla famiglia brianzola che voleva solo passare un periodo di riposo nella loro casa al mare di Roseto.


Attacchi, accuse, insulti che hanno generato, in contrapposizione, la reazione della Roseto solidale che con le pizze a sorpresa ha voluto scoprire il volto generoso della città, donando la prima margherita proprio alla famiglia lombarda così duramente colpita dalla malattia e poi anche dalla cattiveria umana. Da lì è nato un fiume di solidarietà arrivato in Olanda e tornato indietro passando per semplice famiglie, imprenditori locali, bambini (un piccolo di 5 anni ha donato tutti i suoi risparmi, 50 euro, e l'uovo di Pasqua). Alla lunga lista di benefattori rosetani si aggiungono ora il mulino dei fratelli Candelori che hanno donato cento chili di farina e il panificio di Massimiliano Della Quercia e Giovanna Pellone che offrono pane a chi è in difficoltà.

Quanto a Lambert e Annalise, esempio di un'Europa cosea, Francesca dice: «Verranno a Roseto, dove hanno una casa al mare, a giugno.

Sono innamorati dell'Italia, una figlia si è anche sposata qui,  e avrebbero anche voluto invitare cento persone a cena, ma ancora da noi non si può». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA