«Stiamo parlando di un buco di oltre 2mila unità – spiega Taglieri – una carenza cronica che oggi però, nella delicata situazione post Covid, evidenzia una maggiore difficoltà sia nell’organizzazione e nella programmazione di ferie estive e sia per qualità assistenziale e ritorno alla normalità. Considerato che in questo periodo tantissimi servizi come le consulenze, le visite diagnostiche e altre attività di routine, sono a trazione ridotta e che le Asl garantiscono esclusivamente urgenze a livello specialistico, risulta ancora più lampante la mancanza di personale che costringe gli infermieri a non poter garantire una turnazione adeguata per godere delle ferie».
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