Sospiri parla di una vera e propria “bomba sanitaria”. Ieri nel tardo pomeriggio c'è stata una riunione convocata in prefettura per fare il punto della situazione alla luce delle novità sul focolaio. I cinquanta migranti assegnati dal ministero dell’Interno (dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione) al centro di accoglienza erano arrivati sabato mattina poco prima delle 7, a bordo di due autobus, scortati da polizia, carabinieri e guardia di finanza. Sono originari del Mali, della Costa d’Avorio, del Senegal, della Liberia e del Ghana. Erano stati coordinati dall’hub di Porto Empedocle, provenienti da Lampedusa. Sono soprattutto famiglie: la metà di loro ha meno di 18 anni e, nel gruppo, c’è anche un neonato. Secondo il programma, resteranno in Abruzzo per due settimane per l'«isolamento fiduciario»: una specie di quarantena precauzionale che dura due settimane.
La struttura di accoglienza dispone di 900 metri quadri, poco più avanti del bivio Casone. La palazzina è divisa in cinque appartamenti e al piano terra ci sono i locali della mensa, ma in questi giorni gli ospiti non possono mangiare insieme. È una misura che è stata disposta per prevenire il rischio di contagi da ieri dunque emersi.
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