Coronavirus, contagiata dipendente di un supermercato: era risultata negativa al primo tampone

Coronavirus, contagiata dipendente di un supermercato: era risultata negativa al primo tampone
di Patrizio Iavarone
2 Minuti di Lettura
Lunedì 19 Aprile 2021, 08:13

Con i tempi di incubazione della variante inglese, probabilmente, si potrà tirare un definitivo sospiro di sollievo tra domani e dopodomani, ovvero con i tamponi che verranno effettuati oggi a quattordici giorni dal fine settimana di Pasqua. Perché tanto può durare il periodo di incubazione di questa mutazione, come dimostra uno dei sette nuovi positivi accertati ieri dalla Asl in Centro Abruzzo: una cinquantaquattrenne tra l’altro dipendente di un supermercato, messa in sorveglianza dopo la positività di un collega e risultata negativa al primo tampone, ma non al secondo, fatto appunto dopo due settimane.

Finora, però, salvo sorprese, bisogna dire che il territorio ha retto bene l’urto degli auguri di Pasqua e, a parte un paio di casi in Alto Sangro, i contagi sono stati molto limitati e non legati a particolari rimpatriate. Reggono anche le scuole, tutto sommato, con una sola quarantena attiva nelle primarie di Castel di Sangro. I contagi, d’altro canto, sono stati limitati in questo fine settimana: otto casi sabato e sette domenica, tra cui un solo over 80, segno che la vaccinazione sta dando i suoi frutti.

Le code del virus, però, si fanno ancora sentire sulla popolazione anziana e l’altro giorno alla clinica San Raffaele c’è stato l’ottantaduesimo decesso nel Centro Abruzzo: un ottantaquattrenne di Pacentro, Gino Mautone, ricoverato da settimane e con un quadro clinico già compromesso al momento dell’infezione. Ieri i nuovi casi sono stati sette: oltre alla cinquantaquattrenne di Roccacasale, unico Comune in zona rossa a partire da oggi in Centro Abruzzo, si registrano due casi a Roccaraso e uno, rispettivamente, a Pescocostanzo, Castel di Sangro, Alfedena e Raiano.

Nessun caso invece a Sulmona che, in compenso, sabato ha fatto registrare quattro positivi (tre dei quali, però, legati ad un unico nucleo familiare), a fronte dei due casi di Castel di Sangro, uno di Pratola Peligna e uno, un altro, di Alfedena. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA