Coronavirus, l'assessore regionale Verì: «Ora meno ospedali e più assistenza domiciliare»

Coronavirus, l'assessore regionale Verì: «Ora meno ospedali e più assistenza domiciliare»
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Martedì 31 Marzo 2020, 16:03
«Una serie di interventi per supportare le misure di distanziamento sociale, favorendo i servizi a domicilio sia per i pazienti positivi al Covid 19 che si trovano in isolamento a casa, sia per tutti coloro che non possono uscire per le ordinanze di prevenzione sanitaria nazionali e regionali».

Così l'assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì, che prefigura gli scenari della crisi provocati dal Coronavirus

«Gli ultimi dati dei contagi in Abruzzo – spiega l’assessore Nicoletta Verì – mostrano come, fortunatamente, finora il numero dei pazienti non ospedalizzati sia pari a circa il 60 per cento del totale dei positivi. Questo significa che non c’è un’ulteriore pressione sui ricoveri ospedalieri e che molti pazienti sono in condizioni non critiche, ma d’altra parte ci impone di potenziare i servizi sul territorio».

In quest’ottica si può incrementare figure che si occupano della sorveglianza sanitaria sui positivi in isolamento domiciliare o su coloro che si trovano in quarantena perché hanno avuto contatti con pazienti positivi?

«Si tratta di figure – continua l’assessore – centrali nella gestione dell’emergenza, che da settimane sono impegnate nella ricostruzione dei contatti di quanti sono risultati contagiati dal virus. Le Asl hanno già provveduto a rafforzare le strutture con il personale già in servizio che poteva essere riallocato, ma oggi possono ulteriormente prevedere nuovi ingressi».

Quali prospettive per l'isolamento domiciliare?

«Proprio su questo fronte, le Asl stanno concludendo l’organizzazione delle Usca, le unità speciali di continuità assistenziale (alcune sono già operative), che, introdotte con ordinanza del presidente Marsilio, dovranno occuparsi della gestione domiciliare dei pazienti affetti da Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero, alleggerendo così i carichi di lavoro dei medici di medicina generale, fin dall’inizio in prima linea nell’affrontare l’epidemia. Di pari passo, dopo i provvedimenti sulla demateralizzazione delle ricette mediche (sia ordinarie, che per la Dpc ospedale-territorio), sono stati attuati accordi a livello locale per la distribuzione dei farmaci a domicilio dei pazienti, grazie all’appoggio delle organizzazioni di categoria dei farmacisti e alla disponibilità dell’organizzazioni di volontariato».
 
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